Le autorità di regolamentazione statunitensi potrebbero intervenire nuovamente per stabilizzare le banche USA. Lo ha detto oggi il segretario al Tesoro americano Janet Yellen di fronte ai banchieri a una conferenza dell’American Bankers Association. “Ulteriori misure per proteggere i depositanti bancari potrebbero essere giustificate se gli istituti più piccoli subiranno corse ai depositi che minacciano un maggiore contagio”, sono state le parole dell’ex-presidente della Federal Reserve.
Yellen ha sottolineato che i provvedimenti adottati fino a questo momento del governo volti a proteggere i depositi non assicurati nelle due banche fallite e le mosse per creare nuove strutture di liquidità della Fed sono il frutto di un “impegno risoluto a garantire che i risparmi e il sistema finanziario rimangano al sicuro”.
Nove giorni fa la Banca centrale americana ha aperto una linea di credito di 25 miliardi di dollari a condizioni molto vantaggiose per le banche in difficoltà, le quali in questo periodo hanno incrementato l’accesso alla finestra di sconto per svariate centinaia di miliardi. La Federal Deposit Insurance Corp. ha invece assicurato il prelevamento dei depositi presso le banche fallite Silicon Valley Bank e Signature Bank. “Le misure che abbiamo intrapreso non erano incentrate sull’aiuto a banche o classi di banche specifiche. Il nostro intervento era necessario per proteggere il più ampio sistema bancario statunitense”, ha detto Yellen.
Il segretario al Tesoro ha anche aggiunto che la nuova linea di finanziamento bancario a termine della Fed e i prestiti della finestra di sconto stanno funzionando come previsto per fornire liquidità al sistema bancario, con i deflussi di depositi aggregati dalle banche regionali che si sono stabilizzati. “È importante mantenere un sistema bancario dinamico e diversificato per sostenere l’economia degli Stati Uniti, con banche grandi, medie e piccole che svolgono tutte un ruolo per sostenere le famiglie, le piccole imprese e aumentare la concorrenza nei servizi finanziari”, ha concluso.
I repubblicani si oppongono alle garanzie statali
Il problema delle banche USA ormai è diventato una questione politica, con alcuni gruppi finanziari che vorrebbero garanzie temporanee su tutti i depositi finanziari, il che richiederebbe un passaggio parlamentare. Al Congresso, iniziano però i problemi, perché i repubblicani hanno promesso battaglia per opporsi alla garanzia federale universale sui depositi bancari al di sopra dei 250 mila dollari.
Anzi, la coalizione di opposizione al governo ha criticato la Fed sulla struttura di finanziamento creata il 12 marzo che consente alle banche di accedere ai finanziamenti della Banca centrale per coprire i deflussi dei depositi: “Qualsiasi garanzia universale su tutti i depositi bancari, implicita o esplicita, sancisce un pericoloso precedente che incoraggia semplicemente futuri comportamenti irresponsabili a essere pagati da coloro che non sono coinvolti e che hanno seguito le regole”.
Banche USA: si teme un aumento dei deflussi dei depositi
Il problema potrebbe essere esplosivo se non si trovasse un accordo a livello politico, visto che il deflusso dei depositi dalle piccole alle grandi banche potrebbe accelerare. Secondo Paul Kupiec, ex funzionario della Fed, del FDIC e del Fondo Monetario Internazionale, le azioni della Banca centrale per assicurare liquidità stanno contribuendo a placare i mercati, ma il disallineamento dei tassi di interesse tra i depositi bancari e obbligazioni e prestiti continueranno, il che farà aumentare la pressione sulle banche.