Bitcoin: valore dimezzato rispetto a novembre 2021. Cosa fare con la criptovaluta? - Borsa&Finanza

Bitcoin: valore dimezzato rispetto a novembre 2021. Cosa fare con la criptovaluta?

Bitcoin

Il selloff sui mercati azionari ha trascinato con sé anche Bitcoin e criptovalute, che si sono dimezzati dai massimi toccati a inizio novembre 2021. L’inflazione galoppante, le banche centrali che hanno avviato un veloce percorso di stretta monetaria e la paura di una recessione incombente causata anche dalla guerra in Ucraina stanno mettendo alla prova sia i listini tradizionali (azioni e bond) sia quelli di nuova generazione (criptovalute).

Il Bitcoin, la regina delle valute digitali, negli ultimi sei mesi ha praticamente più che dimezzato il proprio valore rispetto ai 69.000 dollari registrati a inizio novembre dello scorso anno. In una situazione simile si trova l’Ethereum, per esempio, che ieri quotava 2.358 dollari, rispetto al livello di 4.863 dollari di sei mesi fa.

L’ondata di vendite è iniziata venerdì scorso con Wall Street di nuovo sotto stress. L’intero mercato, secondo CoinMarketCap, ha perso in quella giornata oltre 150 miliardi di dollari di capitalizzazione. E pensare che solo un mese fa, il 5 aprile, la cripto ha aperto a 46.614 dollari, ma da allora, tra piccoli e lievi recuperi, il valore ha continuato a scendere. Secondo Edul Patel, amministratore delegato e co-fondatore di Mudrex, piattaforma di investimento in cripto, esiste la possibilità che ora il mercato rompa il nuovo livello di supporto “a 32.000 dollari (violato proprio ieri). La tendenza al ribasso cui stiamo assistendo potrebbe continuare per diversi giorni”, ha spiegato.

L’aumento dei tassi di interesse è il rischio maggiore sia per le criptovalute che per i mercati azionari. La Federal Reserve ha già alzato il costo del denaro nell’intervallo dello 0,75%-1% e a giugno il governatore, Jerome Powell, dovrebbe aumentarlo di un altro 0,5%. Ma ormai i mercati stanno prezzando ben oltre la possibilità dell’80% di una stretta di 75 punti base fra un mese. Sarebbe una decisione che la Banca centrale americana non prende dal 1994 per contrastare l’eccessiva inflazione.

Gli ultimi dati pubblicati dal Dipartimento del lavoro degli Stati Uniti, sempre venerdì scorso, hanno indicato che la crescita dell’occupazione è rimasta robusta ad aprile, a un livello che dovrebbe continuare a preoccupare la Federal Reserve per un mercato del lavoro fino troppo tonico, dal momento che potrebbe scatenare un aumento dei salari. E questo eserciterebbe ulteriore pressioni inflazionistica costringendo la Fed a inasprire le condizioni monetarie più rapidamente. Fra l’altro, a giugno, la Banca centrale dovrebbe iniziare a ridurre il gigantesco bilancio da 9.000 miliardi di dollari che si è gonfiato durante la pandemia per poter aiutare le società a sopravvivere all’ondata del Covid e dei lockdown.

Questa mossa, la riduzione dei bilancio, è già considerata in sé e per sé una stretta monetaria, cui si aggiungerà il rialzo dei tassi. La Banca centrale inizierà a vendere gli asset in portafoglio per 47,5 miliardi di dollari al mese a giugno, luglio e agosto per poi accelerare a 95 miliardi di dollari a partire da settembre. La Fed metterà fine ai giorni d’oro del Bitcoin? Se lo sta chiedendo il mercato nelle ultime ore.

 

Bitcoin, l’analisi grafica. Le quotazioni sono in caduta libera e non si intravedono inversioni di tendenza

Il Bitcoin è decisamente impostato al ribasso nel breve termine, nonostante la performance positiva registrata a metà pomeriggio della seduta di ieri (+1,33%). Dopo un’apertura in linea con la chiusura precedente, infatti, le quotazioni hanno intrapreso fin da subito un andamento fortemente ribassista che le ha portate a realizzare un minimo sul livello 29.845, per poi invertire drasticamente la rotta fino a raggiungere un massimo a quota 32.662. Nel corso del primo pomeriggio, poi, i corsi hanno nuovamente ritracciato andando a posizionarsi in un trading range compreso tra i livelli 31.000 e 31.500.

Come già scritto, l’aumento dei tassi di interesse è lo spauracchio delle criptovalute e, purtroppo, siamo solo all’inizio considerando le credibili intenzioni della Fed in materia di politica monetaria restrittiva per quest’anno e per il prossimo. Probabilmente le quotazioni del Bitcoin scenderanno ancora e questo non deve coglierci di sorpresa essendo già successo in passato (dicembre 2018) che i valori arrivassero addirittura 3.200 dollari. La strada è ancora lunga e tutta negativa, astenersi inguaribili ottimisti.

L’impostazione grafica, infatti, vede i prezzi stazionare al di sotto dell’indicatore Supertrend mentre sia l’indicatore Parabolic Sar che la media mobile a 25 sono ribassisti da settimane. Anche l’indicatore Macd ha appena incrociato il proprio Signal. Inoltre, è da segnalare come l’indicatore RSI sia posizionato nell’area di “ipervenduto” vicino al livello 25. Dal punto di vista operativo, pertanto, si sconsiglia l’ingresso in posizioni long (anche se potrà verificarsi qualche giornata rialzista), mentre le posizioni ribassiste potranno essere aperte solo alla violazione di quota 29.845 con obiettivo molto vicino al livello 28.054.


L’andamento di breve termine del BITCOIN

AUTORE

Alessandro Aldrovandi

Alessandro Aldrovandi

Alessandro Aldrovandi, trader specializzato nella negoziazione per conto proprio di futures, azioni ed ETF, italiani ed esteri, sia con strategie discrezionali che quantitative. È autore di alcune pubblicazioni sulle tecniche di trading, organizza periodicamente corsi di formazione ed è stato più volte relatore nei principali convegni dedicati alla finanza e agli investimenti sia in Italia che all’estero. Interviene spesso nelle trasmissioni televisive sul canale finanziario ClassCNBC e pubblica articoli per varie testate giornalistiche. Offre anche servizi di consulenza generica.

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