Build Back Better: cos'è e come funziona il piano USA da 1.750 miliardi

Build Back Better: cos’è e come funziona il piano USA da 1.750 miliardi

Build Back Better: cos'è e come funziona il piano USA da 1.750 miliardi

Cos’è il Build Back Better? Vediamo insieme come funziona il piano USA da 1.750 miliardi voluto dal Presidente degli Stati Uniti Joe Biden

 

Negli ultimi tempi si è molto discusso negli Stati Uniti circa il maxi-piano da 1.750 miliardi di dollari che avrebbe dovuto essere approvato dal Congresso USA. Il dietrofront del senatore democratico Joe Manchin ha bloccato il processo, in quanto il politico americano ha deciso per il voto contrario al via libera del programma di spesa. 

Tale manifestazione è di importanza vitale, perché in questo momento al Senato vige perfetta parità tra Democratici e Repubblicani. Ma vediamo più da vicino in cosa consiste questo piano denominato Build Back Better e quale è stata la sua evoluzione rispetto a quello che era l’intento originario.

 

Build Back Better: cos’è e come funziona

Il Build Back Better è un piano che era stato proposto dal Presidente degli Stati Uniti Joe Biden già prima del suo insediamento alla Casa Bianca, consistente in una serie di spese statali da sostenere per temi come il cambiamento climatico, le infrastrutture, lo stato sociale e gli aiuti a famiglie e imprese per il Covid-19. La spinta è stata data soprattutto dalla grave crisi in cui il Paese si è trovato a seguito della catastrofe pandemica, che ha fatto ancora di più sentire la necessità di intervenire ad ampio raggio per cercare di risollevare il mercato del lavoro, reso orfano di decine di milioni di occupati, e per avviare una volta per tutte il grande cambiamento energetico di cui si parla da anni. Il piano dunque è stato diviso in 3 parti, dove alcune cose sono già state attuate, altre hanno subito delle modifiche e sono ancora oggetto di discussione parlamentare. Vediamole nel dettaglio.

 

Il primo pilastro: l’American Rescue Plan

L’American Rescue Plan è la prima parte del piano, comprensiva dei fondi stanziati per il Covid-19 per 1.900 miliardi di dollari. Il provvedimento è stato tramutato in legge l’11 marzo 2021 mediante la procedura della riconciliazione, ossia un istituto che permette di accelerare l’approvazione delle leggi attraverso una maggioranza semplice di 51 voti al Senato o di 50 + il voto del Vicepresidente. Tutto ciò ha consentito di far passare il disegno di legge senza richiedere il voto dei Repubblicani. Il contenuto della legge mirava a sostenere tutte quelle categorie di persone che erano state particolarmente colpite dalla pandemia. Al riguardo ad esempio sono stati prese le seguenti decisioni:

 

  • estensione dell’indennità di disoccupazione;
  • invio diretto di 1.400 dollari ai privati;
  • congedo retribuito per oltre 100 milioni di persone;
  • agevolazioni fiscali per i figli a carico;
  • sovvenzioni alle piccole imprese;
  • finanziamenti per l’istruzione e l’alloggio;
  • finanziamenti per l’assistenza sanitaria;
  • modifiche alle modalità di assistenza sanitaria e medica;
  • sostegno ai trasporti.

 

Il secondo pilastro: l’American Job Plan

L’American Job Plan costituisce la seconda parte del Build Back Better. La proposta originaria ammontava a 2.300 miliardi di dollari e si poneva come obiettivo quello di generare milioni di posti di lavoro, espandendo le tutele per i lavoratori e rafforzando il ruolo dei sindacati. I dettagli sono stati svelati il 31 marzo 2021 e prevedevano alcune spese chiave divise per macro categorie, come di seguito:

 

  • infrastruttura fisica, con un programma di spesa di 621 miliardi di dollari per i trasporti, le strade, i ponti, le ferrovie, le stazioni di ricarica per le auto elettriche, lo sviluppo della banda larga e le strutture per la trasmissione dell’energia pulita;
  • infrastrutture casa, con 213 miliardi di dollari da destinare per la costruzione e l’ammodernamento di oltre 2 milioni di case e 40 miliardi di dollari per migliorare l’edilizia residenziale pubblica;
  • ricerca e sviluppo, con stanziamento di 180 miliardi per, tra l’altro, l’energia pulita e la tecnologia dei semiconduttori;
  • cura e assistenza, con 400 miliardi investiti per l’accesso all’assistenza domiciliare o comunitaria per gli anziani e le persone con disabilità.

 

Il 28 luglio è stato raggiunto l’accordo tra le forze parlamentari sull’infrastruttura fisica per 1.200 miliardi di dollari. Il 10 agosto il disegno di legge è passato al Senato con 69 voti favorevoli e 31 contrari e il 5 novembre alla Camera con 228 voti positivi e 206 voti di opposizione. Il 15 novembre il Presidente alla Casa Bianca, Joe Biden, ha firmato l’atto divenuto legge.

 

Il terzo pilastro: l’American Families Plan

La terza parte del grande programma di spesa americano è l’American Families Plan, dotato di un budget di oltre 1.000 miliardi di dollari. I dettagli annunciati da Biden nell’aprile del 2021, comprendevano:

 

  • spese per l’assistenza all’infanzia per 200 miliardi di dollari, con un tetto di spesa sostenuta da ogni famiglia del 7% sul reddito;
  • contributi per la gratuità della scuola materna per 200 miliardi di dollari;
  • sovvenzioni per il congedo medico e familiare retribuito per 200 miliardi di dollari;
  • contributi per rendere gratuito il community college per tutti per 300 miliardi di dollari;
  • sussidi per l’assicurazione sanitaria per 200 miliardi di dollari.

 

Nel mese di luglio 2021 è stato presentato un disegno di legge da 3.500 miliardi di dollari per le infrastrutture umane e la maggior parte delle disposizioni dell’American Families Plan è stata inserita nel provvedimento, ma il 28 ottobre l’Amministrazione Biden ha ridotto l’entità a 1.750 miliardi di dollari.

 

Build Back Better: come viene finanziato il piano

L’enorme mole di spesa prevista nel Build Back Better ha scatenato polemiche accese sulle modalità attraverso cui gli investimenti, i sussidi, i finanziamenti, i contributi e le agevolazioni verrebbero sostenuti. Di sponda democratica si è sempre cercato di forzare la mano sulla tassazione degli americani più facoltosi, trovando spesso di fronte la riottosità della fazione repubblicana, meno propensa all’adozione del pugno di ferro sugli aspetti fiscali.

 Alla fine una soluzione sembra essere stata trovata in alcuni provvedimenti, come ad esempio le imposte sulle società e le tasse per i super ricchi. Riguardo il primo punto, il disegno di legge prevede un’imposta minima del 15% sugli utili delle imprese che producono oltre 1 miliardo di dollari di profitti, con un maggiorazione dell’1% nel caso di buyback azionari. Quanto ai paperoni americani è previsto una tassa supplementare del 5% su un reddito maggiore di 10 milioni di dollari e un ulteriore prelievo del 3% se questo supera i 25 milioni di dollari.

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