Coronavirus, primo caso in Usa: dollaro in sofferenza

CORONAVIRUS, PRIMO CASO IN USA: DOLLARO IN SOFFERENZA

dollaro

Euro e yen in forte recupero. Dollar Index sotto quota 99. Trump: “Siamo pronti all’emergenza”. Debole anche la sterlina, a fronte di un “no deal” ancora reale

 

E fu così che il dollaro ingranò la marcia indietro. +2,6%. Tanto ha guadagnato la valuta americana dal 3 al 20 febbraio, periodo in cui il coronavirus ha iniziato a espandersi in tutto il mondo, mettendo in guardia i mercati internazionali e gli investitori che, come previsto, si sono subito affidati ai beni rifugio, con l’oro oltre i 1.600 dollari l’oncia, il franco svizzero a 1,06 sull’euro e i bund tedeschi il cui rendimento è sceso sotto lo 0,5%. C’era anche il dollaro, tra le valute più acquistate, con il Dollar Index che ha raggiunto un massimo di 99,9 proprio il 20 febbraio scorso. Ma è dalla vigilia che il biglietto verde sta perdendo terreno rispetto alle altre principali valute. Un arretramento legato a una possibile diffusione del coronavirus anche negli Stati Uniti. Il primo caso di un’infezione non correlata ad un viaggio all’estero o al contatto con un portatore della malattia ha scatenato il timore che il virus sia già presente in America e si stia diffondendo. “Alcuni osservatori affermano che il livello di preparazione del governo americano sia insufficiente per affrontare la situazione -spiega Ricardo Evangelista, Analista Senior di ActivTrades. L’impatto economico delle misure di contenimento della malattia aumenta tuttavia le possibilità per la Fed possa ridurre i tassi di interesse ed è per questo che il biglietto verde rimarrà probabilmente sotto pressione”.


Grafico Dollar Index by TradingView

 

Il discorso di Donald Trump

Non la pensa così il presidente degli Stati Uniti. Che ieri, nel suo discorso alla Casa Bianca, ha spiegato che gli Usa  “sono molto, molto pronti a fronteggiare il virus”, assicurando come le misure messe in campo finora abbiano avuto un “tremendo successo, e siamo pronti ad adattarle e a fare tutto il necessario”. Proprio durante il suo discorso si è diffusa la notizia del primo caso di Covid19 negli States, seppur con origini non ancora accertate, in California, dove il contagiato non è rientrato da viaggi all’estero né è stato a contatto con persone malate.  Tra le altre cose, il presidente Usa ha anche parlato dell’Italia: “È ancora presto decidere eventuali restrizioni ai viaggi dall’Italia, oltre che dalla Corea del Sud. Intanto monitoriamo gli arrivi dalle aree infette”, ha aggiunto Donald Trump, ammettendo che il nostro paese sta affrontando delle difficoltà.

Il dollaro

Sul Dollar Index, la valuta americana oggi perde lo 0,6%, a 98,6 dopo 9 seduta sopra la soglia psicologica a quota 99. Per trovare una seduta peggiore bisogna tornare indietro di sei mesi, quando il 19 agosto scorso il dollaro perse quasi l’1%. A 98,3 potrebbe essere individuata la prima vera resistenza. Euro anche in netta ripresa: la moneta unica si è riportata sopra l’1,09 e viaggia verso l’1,10 con un guadagno dello 0,8%, complici in generale i dati positivi provenienti dall’indice di fiducia delle imprese, dei servizi e dei consumatori. Dollaro in sofferenza anche nei confronti dello yen giapponese dopo i 112,22 raggiunti il 20 febbraio scorso, ai massimi degli ultimi dieci mesi, la valuta giapponese ora è in forte recupero, a 109,9 (-0,45%), con 109,4 primi supporti.

 


Grafico Euro Dollaro by TradingView

 

La situazione della Sterlina

Diversa la situazione che riguarda la Sterlina. Perché a meno di un mese dalla Brexit, i negoziati per l’accordo commerciale tra Gran Bretagna e Unione Europea si sono complicati, all’ombra di un possibile “no deal” ancora in agguato. Perché Boris Johnson ha infatti chiarito che è pronto a lasciare il negoziato con l’UE anche a giugno se, prima di allora, non ci saranno prospettive di un accordo condiviso. Questo a causa del rifiuto del Regno Unito all’allineamento a nessuna legge dell’Unione Europea dopo la fine della transizione post Brexit prevista per il 31 dicembre 2020, tra cui tasse e immigrazione. Su questa posizione, il pound sta subendo un rallentamento, se possibile, anche più forte del dollaro. Il mercato UE rappresenta infatti il 46% dell’export del Regno Unito, quindi un ‘no deal’ post Brexit infliggerebbe un duro colpo all’economia britannica. Sterlina Dollaro in questo momento si attesta a 1,2881, -0,16%, con tendenza lievemente ribassista avviata da inizio 2020. In questo senso il pound sta viaggiando molto vicino ai valori minimi di novembre. Decisamente più forte il cambio di marcia dell’euro nei confronti della sterlina: la moneta unica ha guadagnato più del 2% nelle ultime due sedute, il 3% dal 18 febbraio alla seduta odierna. Il cambio è pari a 0,8530, vicino ai livelli massimi del mese di dicembre scorso.


Grafico Sterlina Dollaro by TradingView

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