Crescita: l'Italia resta ultima nel 2019. E anche nel 2020

CRESCITA: L’ITALIA RESTA ULTIMA NEL 2019. E ANCHE NEL 2020

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L’Ue taglia le stime del nostro Pil: +0,4% in 2020. Debito a 136,2% nel 2019, deficit al 2,2%

 

Stallo. Da quasi due anni. L’economia italiana non mostra segnali significativi di ripresa: la Commissione Ue lascia invariata la stima sul Pil 2019: +0,1%. E taglia quella del 2020, passando a +0,4% dal +0,7% previsto precedentemente. “Modesta”, è così che viene definita la ripresa della crescita del nostro paese. Ultimo, in Europa, sia nel 2019 sia nel 2020. Come si evince anche dal tweet pubblicato dal profilo ufficiale della Commissione Europea, nelle nuove previsioni economiche è l’Irlanda al top nel 2019 (+5,6%), seguita da Malta (+5%). La Germania è penultima, appena sopra l‘Italia, con un +0,4%, ma recupera nel 2020 (+1%).

Dubbi sul gettito delle misure anti-evasione

Domanda estera e spesa delle famiglie, questi i fattori che, per il momento, garantiranno il (debole) aumento del Pil per il prossimo anno, complice la manovra finanziaria che ha come obiettivo il blocco dell’Iva e l’aumento in buste paga dei lavoratori dipendenti attraverso il taglio del cuneo fiscale. Una manovra su cui però la Commissione ha espresso dubbi sul gettito delle misure anti-evasione: “Ci si aspetta che anche le misure addizionali contro le frodi fiscali previste nella manovra 2020 sostengano le entrate, anche se il gettito correlato è soggetto a qualche incertezza”, scrive Bruxelles. 

 

Deficit, previsione riviste al rialzo

Sempre le previsioni Ue danno un deciso aumento del debito italiano: nel 2019 salirà a 136,2%, mentre nel 2020 diventerà del 136,8%. In primavera, Bruxelles aveva previsto un 133,7% e 135,2%. rivede così al rialzo le stime di primavera che lo davano a 133,7% e 135,2%. Le cause principali indicate dalla Commissioni sono: “Debole crescita del Pil nominale, deterioramento dell’avanzo primario” e “costo in aumento delle misure passate” cioè reddito di cittadinanza e quota 100, proprio le misure che hanno fatto aumentare la spesa del governo e che andranno a pesare soprattutto nel 2020, anno in cui mostreranno il loro pieno costo annuale. Ecco perché la previsione per l’Italia è un deficit “stabile al 2,2% per il 2019 e in leggero aumento al 2,3% nel 2020. In primavera, le previsioni erano erano molto più alte (2,5% e 3,5%), ma non incorporavano ancora la correzione di bilancio estiva.

 

Mercato del lavoro in deterioramento

“Il calo della produttività spingerà i datori di lavoro a tagliare posti o ricorrere a contratti temporanei” continua la ricerca di Bruxelles. “Ecco perché il numero dei senza lavoro difficilmente calerà,  anche a causa del nuovo reddito di cittadinanza che indurrà progressivamente più persone a registrarsi come disoccupate”. Per la Commissione Ue, il mercato del lavoro è rimasto resiliente di fronte al recente rallentamento economico, e gli ultimi dati puntano ad un deterioramento.

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