La rivoluzione delle criptovalute avanza, nonostante tutti i freni e gli ostacoli posti dalle autorità finanziarie per proteggere i risparmiatori e gli investitori. Tutele sacrosante ma che richiederebbero una regolamentazione uniforme a livello europeo. Per evitare, per esempio, che in Germania si possano quotare ETP su criptovalute e in Italia no a causa del divieto Consob. Massimo Siano, managing director e responsabile Sud Europa di 21Shares, specializzata in cripto ETP, non si spiega perché “sia possibile agli investitori accedere alle criptovalute da numerose piattaforme disponendo di meno tutele di quelle che si avrebbero utilizzando un prodotto come l’ETP”.
I prodotti di 21Shares sono tutti “passaportati”, quindi disponibili agli investitori italiani e vigilati da altre “Consob” di altre nazioni in cui vengono proposti, ma Borsa Italiana rimane tuttora chiusa alla loro quotazione. Il rischio è che l’Italia rimanga indietro in una rivoluzione “disruptive” che non si fermerà.
Criptovalute alternative al settore bancario
La rivoluzione disruptive è quella che spazzerà via tutto ciò che è intermediazione. Ne è convinto Siano, tanto da pensare al futuro dell’impresa di cui è parte: “Ci stiamo già preparando perché le criptovalute e la blockchain che ne costituisce il motore, cannibalizzeranno molti settori”.
L’utilizzo di una blockchain permette di creare smart contract che non necessitano di un intermediario che ne controlli la realizzazione e ne verifichi la validità. Lo stesso scambio di denaro e valori viene registrato direttamente sulla blockchain senza passare per il settore bancario e non è più modificabile. Ecco perché le banche sono tra i più acerrimi avversari delle criptovalute. Non a caso, spiegano da 21Shares “tutto il mercato degli asset digitali ha tratto beneficio dalle recenti crisi del sistema bancario, innescate dal crollo di istituti come Silicon Valley Bank e Credit Suisse. I cripto ETP, a seguito della bancarotta SVB, hanno registrato afflussi per 3 settimane consecutive”.
Nemmeno l’asserita volatilità (e di conseguenza pericolosità) delle criptovalute per gli investitori sembra scoraggiarne l’utilizzo, in crescita. Nel solo segmento degli ETP su cripto, dove opera 21Shares, i dati di Bloomberg hanno registrato 110 milioni di dollari di flussi da inizio anno, per un totale di masse gestite che ha raggiunto i 3,2 miliardi di dollari. I dati sono aggiornati al 25 maggio 2023.
Per quanto riguarda le performance, dopo un 2022 che è stato difficile per tutte le asset class, comprese le criptovalute, nel 2023 l’andamento di queste ultime è stato migliore anche di quello degli indici di Borsa europei. Prova ne sia che l’indice Bloomberg Galaxy Crypto, che offre il quadro dell’andamento del mercato delle valute digitali, si è apprezzato del 45% circa toccando un picco in aprile a +80%. “Chi ha diversificato nelle criptovalute ha avuto soddisfazione” ha commentato Massimo Siano mentre Alessandro Mondio, director e responsabile Capital Markets di 21Shares ha aggiunto: “Le criptovalute sono ancora considerate un asset da risk-on, ossia che va bene nel momento in cui il mercato sale e c’è propensione al rischio. Tuttavia questa correlazione sta diminuendo”.

L’inverno cripto è finito
In più occasioni i saliscendi del Bitcoin e delle altre criptovalute hanno spinto i più scettici a celebrare la fine di questi asset. Si è parlato, in special modo lo scorso anno, di crypto-winter. “Oggi – afferma Mondio – questo inverno è finito”. A testimoniarlo, oltre alla performance positiva, i risultati ottenuti dagli ETP di 21Shares. Solo 3 prodotti, sui 35 disponibili, hanno registrato una performance negativa (al 25 maggio 2023). Due di questi sono peraltro ETP short, ossia investono sul ribasso delle criptovalute, dunque contro la direzione positiva del mercato da inizio anno.
Tra i migliori si sono registrate performance superiori al 50% in cinque casi, con il top rappresentato dal 21Shares Solana che ha quasi raddoppiato il suo valore. “I trend descritti sopra sono confermati anche dal range di prodotti di 21Shares, che in questo segmento rappresenta l’emittente più grande a livello europeo, avendo lanciato sul mercato più di 30 ETP – a oggi la gamma più ampia in assoluto – e con masse in gestione per 1,2 miliardi di dollari. Il Bitcoin è stato l’asset che, singolarmente, ha attratto più flussi, pari a 12 milioni di dollari. Le performance dei nostri prodotti rappresentano un’ulteriore testimonianza di come tutto il settore abbia vissuto e stia ancora vivendo un generale livello di espansione”.
Per Siano questi dati e queste performance dimostrano che l’asset class cripto è resiliente e che dovrebbe essere tenuta in maggior considerazione quando si vogliono costruire portafogli orientati al lungo periodo: “Le criptovalute sono adatte all’investimento nel lungo termine” ha affermato. E in effetti, come per tutte le altre asset class, sul lungo termine bisognerebbe focalizzarsi e non sulla volatilità dei periodi intermedi. “C’è chi lo ha capito e se ne avvantaggia e chi no” ha chiosato il managing director di 21Shares.
Il riferimento è all’interesse crescente mostrato dal private banking e dagli investitori retail mentre rimangono indietro le SGR, che ancora non accedono a questo mondo, e i fondi pensione. “Oggi i fondi pensione – riprende Siano – che dovrebbero avere una visione di lunghissimo periodo, si stanno perdendo questa rivoluzione così come si persero quella delle big tech negli anni ’90. I fondi pensione dovrebbero essere i primi a investire ma rischiano di essere gli ultimi” conclude.