Draghi torna a parlare. “Banche centrali devono essere innanzitutto chiare nelle loro valutazione sull’economia reale e, secondo, preparare i loro strumenti di intervento coerentemente con il loro mandato”
“Le banche centrali devono essere pronti a utilizzare tutti gli strumenti disponibili nel loro mandato” e devono reclutare le banche, tramite la forza delle argomentazioni, affinche’ siano uno strumento efficace di politica monetaria. Queste le parole dell’ex presidente della Bce Mario Draghi parlando a Francoforte all’evento in onore di Benoit Coeure, il cui mandato giunge a scadenza a fine mese. “La prima cosa a cui guarda una banca centrale nel valutare le proprie policy e’ l’economia reale, ha detto Draghi, poi dopo si passa ad analizzare la relazione fra la banca centrale e i mercati e a valutare come questi interagiscono e chi li guida. Ogni tentativo di inquadrare la questione come uno scontro fra la banca centrale e i mercati non e’ utile. La banca centrale ha bisogno di reclutare le banche perche’ possano trasmettere in modo efficace le sue misure di politica monetaria e questo avviene in particolare attraverso il mercato dei bond. I mercati rivelano il grado di fiducia, sono uno specchio della posizione di politica monetaria e un barometro della loro efficacia”. Draghi ha sottolineato nel suo intervento l’importanza di mantenere sempre vivo il dialogo per forgiare questa alleanza. Durante la crisi, ha detto, i mercati inizialmente pensavano che arrivando i tassi a zero, l’efficacia della politica monetaria della Bce sarebbe arrivata a termine. Invece interagendo con i mercati, spiegando loro come le misure straordinarie potevano consentire di raggiungere il mandato della stabilita’ dei prezzi, e’ stato possibile utilizzarli come strumento efficace di trasmissione aumentando significativamente l’efficacia. Bce e mercati possono e devono dunque lavorare insieme ma con la “la politica monetaria alla guida e i prezzi a seguire”.
Fasce più deboli traggono maggior beneficio da misure straordinarie
Condizioni finanziarie piu’ favorevoli, come quelle rese possibili dalle misure straordinarie adottate dalla Bce nel corso degli ultimi anni, contrariamente a quanto si crede recano i maggior benefici ai ceti piu’ deboli”. “Quanti si trovano in fondo alla scala del reddito – ha detto – sono spesso debitori netti e quindi beneficiano da minori tassi passivi. Inoltre grazie a migliori condizioni di accesso ai finanziamenti le imprese tendono ad assumere maggiormente e dunque sale l’occupazione”. Al contrario, ha spiegato, quando vengono adottate misure pro-cicliche come le misure di austerita’ adottate come prima risposta alla crisi finanziaria, aumenta l’incertezza e anziche’ gli investimenti aumenta la tendenza la risparmio”. La soluzione ideale sarebbe dunque che la politica monetaria della banca centrale venisse affiancata anche dall’azione delle altre istituzioni. A questo proposito Draghi ha elogiato la leadership dimostrata da Coeure che anche nell’ultima intervista concessa qualche giorno fa ha sottolineato l’importanza di proseguire sul rafforzamento delle istituzioni europee offrendo un esempio di come si potrebbe “costruire una fiscal capacity evitando al tempo stesso il rischio morale”.Draghi ha sottolineato il lavoro cruciale svolto da Coeure nel rapportarsi con i mercati e nel mostrare leadership nelle discussioni negli ambienti economici e finanziari. “E’ per questa ragione che facciamo cosi’ tanti discorsi”, ha aggiunto.