Rallenta l’indice Pmi composito in Eurozona. Stabile il settore dei servizi, primo sostegno dell’economia Ue
Si tratta dell’espansione più lenta nel settore privato negli ultimi tre mesi. Il Pmi composito in Eurozona di Ihs Markit è sceso a 51,5 nel mese di luglio, dal massimo degli ultimi sette mesi registrato a giugno, 52,2. Il dato è in linea con le attese: la crescita dell’attività dei servizi è rallentata (Pmi a 53,2, dal 53,6 di giugno) mentre i produttori hanno registrato il loro più forte calo della produzione dall’aprile del 2013 (Pmi a 46,5, dal 47,6 del mese precedente). L’aumento dei nuovi lavori, delle attività e della creazione di posti di lavoro è stato il più debole da aprile 2016. Sul fronte dei prezzi, le spese operative complessive sono aumentate al ritmo più debole da settembre 2016 e le spese di produzione sono aumentate solo modestamente e al tasso più debole in 32 mesi. Infine, la fiducia nel futuro è stata al suo livello più basso per poco meno di cinque anni.
MEDIA STORICA
Il massimo punteggio raggiunto dal Pmi Composito, negli ultimi cinque anni è di 58,8, registrato nel mese di gennaio 2018. Il record negativo invece è stato raggiungo a dicembre dello stesso anno: 50,8. Nessuna reazione particolare sui mercati internazionali. Gli indici europei continuano a trattare con perdite tra il -1,2% spagnolo e gli oltre due punti percentuali in Francia, mentre continua il recupero dell’Euro nei confronti del Dollaro, al giro di boa a quota 1,116.
INDICE DEI DIRETTORI AGLI ACQUISTI, SETTORE SERVIZI
Prosegue il trend positivo degli ultimi otto mesi delle attività nel settore dei servizi in Eurozona, anche se il dato di luglio, 53,2, è leggermente al di sotto del 53,3 atteso dagli analisti e soprattutto del 53,6 registrato nel mese di giugno. Indicatore chiave della prestazione economica nel suo insieme dell’area di riferimento, poiché fornisce un’idea sullo stato di salute del settore terziario attraverso un’indagine svolta tra i responsabili degli acquisti, che hanno un accesso precoce ai dati relativi alle prestazioni dell’azienda, l’indice “Pmi IHS Markit Eurozone Services” dell’ultimo mese è il risultato di un lieve rallentamento globale nelle attività delle quattro grandi nazioni dell’Eurozona, a eccezione dell’Italia, che invece ha riportato un dato superiore le attese. Ciò nonostante, il nostro paese continua a registrare la crescita più lenta rispetto a Francia, Spagna e soprattutto Germania, che pure ha riportato il dato più basso da gennaio (54,5). Tornando all’Eurozona, i nuovi lavori sono aumentati a un ritmo più moderato, e la crescita dell’occupazione è stata la più debole da marzo, mentre gli arretrati di lavoro sono aumentati per il terzo mese consecutivo. Sul fronte dei costi, i prezzi di input e output sono aumentati a un ritmo solido. Infine, la fiducia delle imprese si è rafforzata nel mese di luglio al suo massimo livello in tre mesi.
SERVIZI ANCORA PRINCIPALE SOSTEGNO DELL’ECONOMIA DELL’EUROZONA
“Il settore dei servizi continua a sostenere l’espansione dell’economia globale dell’Eurozona anche all’inizio del III trimestre -spiega Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit-. Ci sono però segnali chiari che l’entità della recessione manifatturiera stia iniziando a prendere il sopravvento. Le preoccupazioni legate alla guerra commerciale, la crescita economica più lenta, la caduta della domanda, il calo delle vendite delle automobili e le preoccupazioni geopolitiche, in primis la Brexit, hanno portato all’aumento delle preoccupazioni sull’andamento globale dell’economia, trascinando giù la produzione manifatturiera ai minimi negli ultimi sei anni. Una recessione che il settore dei servizi continua a compensare, ma a luglio anche la crescita nel terziario ha registrato un significativo rallentamento. E a risentire di questo rallentamento c’è anche l’andamento dell’espansione del Pil, che si avvicina sempre di più allo 0,1%”. Prosegue Williamson: “Attualmente la principale fonte di espansione sembra essere il consumatore, a sua volta sostenuto dalla relativa forza del mercato del lavoro. Tuttavia, i dati di luglio indicano che l’aumento di nuovi posti di lavoro sia il più debole degli ultimi tre anni. Un ulteriore segnale che anche questo motore di crescita stia perdendo slancio, andando ad aggiungere un ulteriore vento contrario all’economia per i prossimi mesi”.
“Il settore dei servizi continua a sostenere l’espansione dell’economia globale dell’Eurozona anche all’inizio del III trimestre -spiega Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit-. Ci sono però segnali chiari che l’entità della recessione manifatturiera stia iniziando a prendere il sopravvento. Le preoccupazioni legate alla guerra commerciale, la crescita economica più lenta, la caduta della domanda, il calo delle vendite delle automobili e le preoccupazioni geopolitiche, in primis la Brexit, hanno portato all’aumento delle preoccupazioni sull’andamento globale dell’economia, trascinando giù la produzione manifatturiera ai minimi negli ultimi sei anni. Una recessione che il settore dei servizi continua a compensare, ma a luglio anche la crescita nel terziario ha registrato un significativo rallentamento. E a risentire di questo rallentamento c’è anche l’andamento dell’espansione del Pil, che si avvicina sempre di più allo 0,1%”. Prosegue Williamson: “Attualmente la principale fonte di espansione sembra essere il consumatore, a sua volta sostenuto dalla relativa forza del mercato del lavoro. Tuttavia, i dati di luglio indicano che l’aumento di nuovi posti di lavoro sia il più debole degli ultimi tre anni. Un ulteriore segnale che anche questo motore di crescita stia perdendo slancio, andando ad aggiungere un ulteriore vento contrario all’economia per i prossimi mesi”.

Dati forniti da IHS Markit