Evergrande: venduti 2 aerei privati, situazione resta critica
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Evergrande: venduti 2 aerei privati, situazione resta critica

Evergrande: venduti 2 aerei privati, ma la situazione resta critica

Evergrande ha un enorme bisogno di fare cassa in questo momento per cercare di tamponare la voragine debitoria di 300 miliardi di dollari che si è aperta nel bilancio aziendale. Per questa ragione il mese scorso ha venduto 2 dei suoi jet privati, incassando 55 milioni di dollari. Ciò le ha permesso di far fronte a 2 impegni obbligazionari appena in tempo, prima cioè della scadenza dei 30 giorni del periodo di grazia.

Durante gli anni di massimo fulgore dell’azienda, il suo Presidente Hui Ka Yan aveva comprato 4 aerei privati per trasportare a bordo lui e i massimi dirigenti della società. Adesso che la situazione è cambiata certi lussi non possono più essere permessi, così Hui ha deciso di fare a meno dei 2 jet più piccoli, i Gulfstream.

 

Evergrande vende gli aerei: i dettagli delle transazioni

Entrando nello specifico delle transazioni, un aereo Gulfstream è il G650ER che può contenere fino a 15 passeggeri ed è stato venduto per 40 milioni di dollari alla Earth Ari, una società americana di aviazione sostenuta da investitori privati. L’altro jet è stato acquistato per 15 milioni di dollari da Aviation Sales Association, compagnia che opera in California.

Nei piani dell’azienda ora c’è anche la vendita di un Airbus A330, molto più grande degli altri 2 e per cui Evergrande ha pagato oltre 220 milioni di dollari. Il velivolo può trasportare fino a 40 passeggeri e 12 membri dell’equipaggio. In genere le compagnie aeree usano questo modello per far salire a bordo oltre 250 passeggeri. Quindi verosimilmente la vendita apporterà maggiore denaro nella casse aziendali.

 

Evergrande: una situazione finanziaria sempre più critica

La situazione finanziaria di Evergrande rimane comunque molto critica, nonostante lo sviluppatore stia cercando di tamponare qua e là le varie falle. Il problema fondamentale è che il gruppo immobiliare per ora ha un limitato accesso al mercato dei capitali e Hui non può contare nemmeno su alcuni magnate cinesi che l’hanno supportato in passato.

Nel mese di ottobre Evergrande è riuscita a pagare interessi in scadenza quasi per miracolo, senza rivelare le fonti dalle quali ha attinto per far fronte agli impegni. Questo è arrivato dopo che a settembre gli adempimenti per 83,5 milioni di dollari di cedole su circa 2 miliardi di dollari in obbligazioni non sono stati onorati. E dopo che sono andati in fumo anche cedole per 45 milioni di dollari su 951 milioni di dollari di bond .

La strada adesso è tutt’altro che in discesa, perché già sabato l’unità di Evergrande, Hengda Real Estate Group, dovrà fare i conti con un salasso da 82 milioni di dollari di interessi su 2 serie di obbligazioni emessi dalla sua unità Scenery Journey Ltd. Nemmeno il tempo di respirare che l’11 novembre si piazza davanti un’altra scadenza di fuoco: 148 milioni di dollari su 3 obbligazioni scadute il mese scorso e arrivate alla fine del periodo di grazia.

La sensazione che si ha è che ogni volta sarà come vivere un’ultima spiaggia prima del default se non ci sarà un intervento diretto da parte del Governo per evitare il peggio. Bisogna vedere quale sarà il prezzo da pagare qualunque sia la decisione che prenderà Pechino nelle prossime settimane. Intanto il contagio si sta facendo più fitto e gli sviluppatori immobiliari in bancarotta, o prossimi al fallimento, cominciano a sommarsi in maniera preoccupante.

AUTORE

Johnny Zotti

Johnny Zotti

Laureato in economia, con specializzazione in finanza. Appassionato di mercati finanziari, svolge la professione di trader dal 2009 investendo su tutti gli strumenti finanziari. Scrive quotidianamente articoli di economia, politica e finanza.

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