Daniel Verdù, giornalista del quotidiano El Paìs, ha inserito Florentino Pérez in “quella specie di persone in via di estinzione che comandano e si divertono a farlo”. Il numero uno del Real Madrid, 77 anni, è l’ultimo uomo di potere vecchio stile del calcio europeo. Dal 2009 sovrano assoluto e boss senza rivali dei Blancos, Pérez è il padre-padrone del Real, club di proprietà dei suoi sostenitori tesserati (i socios) che tramite l’assemblea dei delegati eleggono il presidente. Ma Florentino quando è arrivato al vertice delle Merengues, come fa a tenere il comando e quali risultati sportivi ha raggiunto?
Chi è e cosa fa Florentino Pérez
Classe 1947, figlio di due farmacisti, Florentino Pérez Rodríguez è un ingegnere: laureato in ingegneria civile all’Universidad Politécnica de Madrid, comincia la sua carriera professionale nel settore privato nel 1971. Dal 1972 al 1976 è direttore generale dell’Asociación Española de la Carretera (AEC, l’associazione che gestisce la rete di strade e autostrade della penisola) e poi si butta in politica: dal 1976 al 1983 fa parte della Unión de Centro Democrático (UCD) e riveste diverse cariche pubbliche.
Braccio destro del sindaco Juan de Arespacochaga, Pérez è delegato dei servizi igienico-sanitari e dell’ambiente della città di Madrid, direttore generale aggiunto per la promozione dei trasporti del ministero dell’Industria e dell’energia, direttore generale delle infrastrutture del ministero dei Trasporti e presidente dell’IRYDA (Instituto Nacional de Reforma y Desarrollo Agrario) del ministero dell’Agricoltura. Nel 1983 lascia gli incarichi amministrativi, rileva due società sull’orlo del fallimento e si dedica all’imprenditoria nel settore edile con Construcciones Padrós.
Nel 1991 entra a far parte del Consiglio di Amministrazione della francese SAE (Société Auxiliaire d’Entreprises), parte del gruppo edile OCISA (Obras de Construcción y Instalaciones S.A.): dalla fusione di Construcciones Padrós e OCISA nasce OCP Construcciones. Nel 1997, con la fusione di OCP, Ginés y Navarro e Auxini, Pérez diventa presidente del Grupo ACS, uno dei gruppi edili leader in tutta la Spagna e primo appaltatore di lavori pubblici nel Paese. Alla sua gestione si devono le acquisizioni del Grupo Dragados e della partecipazione di controllo della tedesca Hochtief e l’acquisto congiunto di Abertis con Atlantia della famiglia Benetton.
ACS costruisce autostrade, ferrovie ed edifici residenziali e offre servizi dalla pulizia, raccolta e trattamento dei rifiuti alle reti di distribuzione di energia e di telecomunicazione. Quotata all’IBEX-35 della Borsa di Madrid, la società vede in Pérez il maggiore azionista con il 13.98% delle quote: le restanti appartengono a Société Générale Gestion, ACS, Vanguard Group, Alberto Cortina e Alberto Alcocer, Norges Bank Investment Management, Geode Capital Management, Dimensional Fund Advisors e BNP Paribas Asset Management.
Da quanto tempo gravita nel calcio
Nel 1994 Florentino Pérez concorre per la prima volta alle presidenziali del Real Madrid, denunciando la pessima gestione sportiva e finanziaria di Ramón Mendoza. L’avvocato, tuttavia, vince le elezioni e Pérez deve aspettare il 17 luglio 2000 per ricandidarsi (con la promessa di strappare Luís Figo al Barcellona in caso di vittoria) e battere il presidente uscente Lorenzo Sanz, il leader delle Merengues allenate da Fabio Capello che nel 1998 vincono la Champions League dopo un digiuno durato 32 anni.
Nel 2004 Pérez è rieletto con il 94.2% dei voti, ma deve dimettersi il 27 febbraio 2006 per un “atto di lealtà nei confronti dei soci e di responsabilità nei confronti del club”, ritenendo necessario un drastico cambiamento per portare avanti i miglioramenti della società. Tre anni dopo, Pérez si ripropone come unico candidato e il 1° giugno 2009 viene rieletto per la terza volta alla guida dei Blancos.
Nel 2012 fa discutere la sua decisione di cambiare lo statuto del club: da allora, qualsiasi candidato alla presidenza deve essere socio del Real da almeno vent’anni e contare su un patrimonio personale equivalente almeno al 15% delle entrate della società. Si tratta di una misura a suo dire necessaria per impedire che un investitore estero entri come socio di maggioranza nel Real.
A quanto ammonta il suo patrimonio
Temuto e rispettato, trionfante e controverso, Florentino Pérez è un personaggio divisivo anche per le sue fortune private. Il magazine Forbes stima il suo patrimonio al 2024 in 2.5 miliardi di dollari, frutto soprattutto dei suoi interessi commerciali nell’industria edile. Viceversa, non ci sono indicazioni e prove sostanziali sullo stipendio che percepisce in qualità di presidente del Real Madrid.
Complice l’abolizione della norma che poneva un limite di mandati consecutivi ai presidenti, Pérez non è soltanto uno degli uomini più influenti nella storia delle Merengues e il presidente con più trofei vinti nella storia del calcio: è anche un potente dirigente politico capace di cambiare approccio a seconda delle circostanze, stabilire forti connessioni con il sistema bancario spagnolo e guadagnarsi così lo status di intoccabile.
Calcio e affari si intrecciano nella storia di Pérez al Real, come quando ACS sale al 50.16% della tedesca Hochtieff e a Madrid sbarcano Mesut Özil e Sami Khedira, quando ottiene appalti multimilionari in Colombia dopo l’acquisto di James Rodríguez e lavori da 432 milioni di euro per la raffineria Miguel Hidalgo di Tula de Hallende in Messico subito dopo l’arrivo, nell’ultimo giorno di mercato, di Javier Hernández.
Non manca nemmeno qualche scandalo come quello del COMMSA, il consorzio spagnolo-colombiano che nel 1997 si aggiudica la costruzione della Troncal del Magdalena per 425 milioni di dollari, intascandone 77 d’anticipo senza realizzare mai l’opera. Un caso che si conclude con una condanna per abuso di fiducia e la restituzione dell’anticipo.
Quanto ha investito nel Real Madrid
Il Real Madrid è un’associazione registrata: il presidente eletto non può investire i suoi soldi nel club, ma deve gestire quello che la società guadagna (e può spendere) attraverso i diritti televisivi, le sponsorizzazioni e le partnership commerciali (l’ultima in ordine di tempo quella da 75.7 milioni di dollari con HP), la vendita di merchandise e biglietti.
È proprio sotto Pérez che il Real comincia il processo che lo porta a diventare il club di calcio più ricco del mondo. Durante il suo primo mandato, la società cede parte dei suoi terreni di allenamento (acquistati nel 1997 per 27 milioni di euro e appena riqualificati in edificabili dal Comune) a Repsol YPF, Mutua Automovilística, Sacyr Vallehermoso, OHL e alla municipalità di Madrid: la vendita frutta oltre 300 milioni ed elimina ogni debito.
È nella primera etapa al Real che nasce l’Era Galáctica: Pérez lavora per potenziare il marchio dei Blancos e sfrutta il suo potenziale di marketing in tutto il mondo, portando a Madrid quattro campioni assoluti come Zinedine Zidane, Figo, Ronaldo e David Beckham. La segunda etapa è quella di acquisti stellari a cifre astronomiche: Cristiano Ronaldo dal Manchester United per 80 milioni di sterline (93 milioni di euro), Gareth Bale dal Tottenham per 101 milioni di euro, Rodríguez dal Monaco per 85 milioni, Kaká dal Milan per 67.2 milioni, Luka Modrić dal Tottenham per 42 milioni, Karim Benzema dal Lione per 35 milioni.
Nell’ultimo decennio, Pérez trasforma il Real nella società di calcio europea con il maggior valore d’impresa in assoluto, pari a 6.07 miliardi di dollari. È decisivo soprattutto l’accordo ventennale da 400 milioni di dollari stipulato con il fondo Sixth Street che controlla la società di gestione degli impianti sportivi Legends. In questo quadro rientrano i lavori nelle infrastrutture di Valdebebas e di restyling del Santiago Bernabéu, per trasformare il glorioso stadio madrileno in quello che il presidente definisce “uno dei grandi centri di svago e intrattenimento in Europa”.
Non bisogna dimenticare che Pérez, insieme al rivale Joan Laporta del Barcellona, è il principale sostenitore della Superlega, una competizione privata a numero chiuso e di livello elitario, alternativa alla Champions League della UEFA, che riunisce le migliori venti squadre europee. Quando la Corte di giustizia dell’Unione europea dà ragione ai promotori di A22 Sports Management, segnalando UEFA e FIFA per abuso di posizione dominante, il numero uno del Real esulta dichiarando che finalmente “i club sono padroni del proprio destino”.
I risultati sportivi nel corso della sua presidenza
Al nome di Florentino Pérez è legato uno dei cicli sportivi di maggior successo nella storia della Casa Blanca. Nell’arco di vent’anni, il Real Madrid vince 36 titoli nazionali ed internazionali. Durante il primo mandato, quello dal 2000 al 2006 con i Galácticos e Vicente Del Bosque in panchina, la squadra conquista due volte la Liga nel 2001 e 2003, la Champions League, la Supercoppa europea e la Coppa Intercontinentale nel 2002, due Supercoppe di Spagna nel 2001 e 2003.
Nel secondo ciclo, quello aperto dal 2009 e caratterizzato dai trionfi ottenuti dalle formazioni di Zinedine Zidane e di Carlo Ancelotti, Pérez porta in bacheca cinque Champions League (la decima nel 2014, poi nel 2016, 2017, 2018 e 2022), cinque campionati nel 2012, 2017, 2020, 2022 e 2024, quattro Supercoppe europee nel 2015, 2017, 2018 e 2023, cinque Mondiali per club nel 2015, 2017, 2018, 2019 e 2023, tre Coppe del Re nel 2011, 2014 e 2023, cinque Supercoppe di Spagna nel 2013, 2018, 2020, 2022 e 2024.
Non sono da meno il Real Madrid Baloncesto (negli ultimi 13 anni una delle squadre di basket più blasonate d’Europa ottiene cinque titoli di campione di Spagna, tre Eurolega e una Coppa Intercontinentale) e il Real Madrid Femenino, che dalla fusione del 2019 con il Club Deportivo Tacón riesce a tornare in Primera División con la denominazione di Real Madrid Club de Fútbol, chiudendo il campionato per due volte al secondo posto e arrivando ai quarti di finale di Champions League: un obiettivo mai raggiunto prima.