InterContinental Hotels Group potrebbe abbandonare la quotazione primaria alla Borsa di Londra. La società sta valutando la possibilità di trasferirla a Wall Street sulla scia della fuga dalla piazza britannica di molte aziende in quest’ultimo periodo. La catena internazionale di alberghi è quotata a Londra da circa vent’anni, allorché si è staccata dal business dei pub Mitchells & Butlers. Il mese scorso, però, la pressione degli azionisti di far diventare la quotazione secondaria negli Stati Uniti come principale ha cominciato a farsi sentire. “Quando ci siamo quotati, probabilmente non c’era motivo di pensare nemmeno di spostarci negli Stati Uniti per la nostra quotazione primaria perché il FTSE era il FTSE ed era incredibilmente liquido, ma le cose sono cambiate”, ha affermato Keith Barr, amministratore delegato della società.
Secondo il CEO aziendale, il mercato azionario britannico “non è un posto molto attraente per le società quotate”. Per questo motivo, ha invitato le autorità di regolamentazione a “mettersi in prima linea per arrestare un ulteriore declino”. In sostanza, a suo avviso, il FTSE dovrebbe cercare di recuperare gli investimenti dai fondi pensione e assicurativi, in modo da migliorare la liquidità e facilitare le regole di governance rispetto agli Stati Uniti.
Borsa di Londra: la fuga delle aziende
Negli ultimi mesi si sta creando un vero e proprio esodo delle aziende britanniche verso Wall Street, attratte da un pool più profondo di capitale nella finanza americana. A marzo il più grande gruppo di materiali da costruzione del mondo, CRH, ha annunciato l’approdo a New York, mentre le pressioni del governo britannico non sono state sufficienti a convincere il progettista di chip Arm a una quotazione secondaria a Londra. Anche la più grande società di gioco d’azzardo al mondo Flutter vuole quotarsi secondariamente alla Borsa americana, con l’obiettivo di arrivare a una quotazione primaria, e attende solo il via libera da parte dell’assemblea degli azionisti.
Tutto questo sta sollevando grandi timori sul futuro del mercato azionario londinese. Barr comunque ritiene che il Regno Unito sia “un’ottima posizione da cui basarsi per un’azienda internazionale”, sottolineando però che attualmente non sta considerando la questione di un cambio di quotazione, ma che in futuro le cose potrebbero cambiare. Bisogna comunque ricordare che in questo momento la metà dei ricavi di InterContinental Hotels è realizzata negli Stati Uniti.
InterContinental Hotels: puntare sul lusso
InterContinental Hotels è oggi il quarto gruppo alberghiero al mondo per fatturato, con una capitalizzazione di Borsa di oltre 9 miliardi di sterline. L’azienda possiede 18 marchi tra cui Crowne Plaza e Regent Hotels. Nel 2022 i ricavi dell’azienda sono cresciuti di un terzo su base annua a 3,6 miliardi di dollari, sebbene siano in calo rispetto alle vendite pre-pandemiche di 4,6 miliardi di dollari.
Il settore comunque mantiene una certa ripresa dei viaggi, mostrandosi resiliente di fronte ai timori di un rallentamento economico. “Nessuno sta vedendo crepe nei viaggi in questo momento. Si parla di entrare in una recessione dallo scorso agosto e si dice costantemente che forse il prossimo trimestre la recessione sarà qui, ma non è arrivata”, ha detto Barr. Il top manager ha anche dichiarato che il segmento del lusso contribuirà ad alimentare la ripresa di InterContinental Hotels. Attualmente gli hotel di lusso e lifestyle costituiscono il 13% delle camere dell’azienda.