Invesco lancia due ETF con vento e idrogeno nel motore - Borsa&Finanza

Invesco lancia due ETF con vento e idrogeno nel motore

Invesco lancia due ETF ESG su energie rinnovabili

La tematica ESG rimane una delle più gettonate dalle grandi società di asset manager, in particolare per quanti riguarda le questioni climatiche e ambientali. Invesco ha così deciso di incrementare la sua gamma tematica sull’energia rinnovabile con due nuovi lanci: l’Invesco Wind Energy UCITS ETF e l’Invesco Hydrogen Ecomomy UCITS ETF. I due prodotti replicano gli indici del provider WilderHill, hanno entrambi un TER annuo dello 0,6%, sono ad accumulazione dei dividendi e rientrano nell’articolo 9 della normativa SFDR che include fondi che hanno un obiettivo sostenibile. Secondo il Renewable Energy Investment Tracker di Bloomberg NEF, nel primo semestre del 2022 gli investimenti in rinnovabili hanno raggiunto il livello record di 226 miliardi di dollari.

Secondo Invesco l’abbandono della dipendenza dai carburanti fossili e l’adozione delle energie rinnovabili, è stato reso ancora più urgente dall’elevato rincaro dei prezzi dell’energia. Per accelerare la transizione sarà necessario un incremento degli investimenti in tutta la gamma di tecnologie utili alla produzione di energia pulita. Secondo Dunque, secondo l’asset manager, il potenziale di crescita è enorme e gli investitori sono sempre più interessati a questa opzione di investimento, tanto che il 40% ha scelto quest’anno fondi con obiettivi climatici o con esposizioni a temi come le energie pulite (elaborazione Invesco su dati Bloomberg).

 

L’analisi dei benchmark degli ETF di Invesco

L’Invesco Wind Energy UCITS ETF (WNDE) ha come sottostante l’indice WilderHill Wind Energy composto da 51 titoli equipesati appartenenti ai sottosettori della costruzione e gestione di reti di distribuzioni intelligenti, parchi eolici, innovazione tecnologica e materiali per l’industria eolica. Tra i componenti dell’indice ci sono tutti i big del settore, tra i quali Abb, Acciona, Vestas Wind, comprese le italiane Terna Rete e Prysmian. Distribuito tra Stati Uniti, Europa e Asia, con presenza di quattro aziende cinesi (dati aggiornati al terzo trimestre 2022), l’indice appare ben diversificato in termini geografici. Dalla data di lancio, il 30 novembre 2020 l’indice mostra una performance negativa di circa il 10% mentre da inizio anno la perdita è di poco superiore al 5%.

L’Invesco Hydrogen Economy UCITS ETF /HYDE) ha come sottostante l’indice WilderHill Hydrogen Economy che al terzo trimestre 2022 era costituito da cinquantadue titoli equipesati di aziende attive nei sottosettori delle celle a combustibile, dell’idrogeno verde, della generazione di idrogeno, dell’innovazione tecnologica, dello stoccaggio e del trasporto di idrogeno. Nello spaccato geografico prevale la componente di aziende europee, principalmente francesi e tedesche, con un peso superiore al 30% nel portafoglio complessivo, seguite dalle imprese USA con circa il 23%. Dal 30 novembre 2020, inception date, l’indice ha perso un quarto del proprio valore. Di poco superiore, circa il 26% la perdita di valore rispetto alle quotazioni di inizio anno.

AUTORE

Alessandro Piu

Alessandro Piu

Giornalista, scrive di economia, finanza e risparmio dal 2004. Laureato in economia, ha lavorato dapprima per il sito Spystocks.com, poi per i portali del gruppo Brown Editore (finanza.com; finanzaonline.com; borse.it e wallstreetitalia.com). È stato caporedattore del mensile Wall Street Italia. Da giugno 2022 è entrato a far parte della redazione di Borsa&Finanza.

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