Investire nelle batterie? Ecco alcune soluzioni d’investimento a disposizione degli investitori italiani per prendere posizione su un tema che rappresenta il cuore pulsante delle nuove innovazioni tecnologiche, dai telefoni alle auto. Due ETF e un certificato quotati a Piazza Affari
Investire nelle batterie? Potrebbe essere un’ottima alternativa per cavalcare la crescita del settore tecnologico. Che siano smartphone o auto elettriche, Anche le tecnologie più innovative devono contenere un cuore in grado di poterle far funzionare al meglio: le batterie, accessori importantissimi che fanno funzionare oggi tutti i dispositivi tecnologici portatili e le auto elettriche quando non sono collegati ad una fonte di alimentazione.
Le batterie agli ioni di litio sono il cuore pulsante di questi nuovi prodotti e negli ultimi mesi tutti quanti i produttori si sono resi conto della necessità di avere catene di fornitura stabili e diversificate per evitare pericolose strozzature nell’offerta. Il rischio è quello di subire aumenti di prezzo improponibili ai consumatori finali. In un articolo di qualche settimana fa di Milano Finanza è stata evidenziata la strategia di diverse case automobilistiche come Volkswagen e Stellantis. Nel tentativo di soddisfare la grande domanda di litio le case europee stanno tentando di stipulare contratti di estrazioni esclusivi in giro per il mondo. La pandemia ha dimostrato come l’incidente di percorso rischia di far saltare tutta la catena.
In pochi sanno però che l’Europa ha una buona disponibilità di litio, così come che dal 2024 arriverà la prima raffineria del metallo. EIT Inno Energy stima che entro il 2030 un quarto del fabbisogno sarà soddisfatto dalle tante start up che stanno sorgendo nel Vecchio Continente. Vulcan Energy è una delle società spesso citate a proposito. Il ritorno in Europa di diversi pezzi della catena produttiva, unito agli incentivi offerti dalla UE, stanno facendo fiorire progetti che se dovessero avere successo potrebbero incrociare la domanda europea nel 2030. Secondo le stime della Commissione Europea, il mercato delle batterie agli ioni di litio dovrebbe passare dai 15 miliardi di euro del 2018 a 200 miliardi di euro nel 2040.
Investire in batterie: 2 ETF e 1 certificato quotati a Piazza Affari
Autorità pubbliche e mercato spingono tutti in una direzione, quella di offrire la maggiore diffusione possibile alle tecnologie che utilizzano batterie. Obiettivo abbattere al massimo le emissioni di gas serra. Il settore è in evidente fermento con i due ETF tematici quotati a Milano capaci di raccogliere nell’ultimo anno quasi il 70% di performance. Si tratta di due strumenti molto capitalizzati (sono sopra i 500 milioni di euro) che hanno trovato flussi imponenti in arrivo dagli investitori negli ultimi tempi.
L’ETF L&G Battery Value-Chain (ISIN IE00BF0M2Z96) ha come sottostante l’indice Solactive Battery Value-Chain. Al suo interno troviamo società coinvolte nello sviluppo e produzione di batterie, incluse società che estraggono materie prime per la produzione di batterie. Per spese correnti di 0,49% l’ETF nato nel 2018 in 3 anni ha visto raddoppiare il suo valore. La tracking difference (ovvero la differenza tra NAV e indice) dal lancio è pari a circa il -2%. A livello geografico un quarto del portafoglio è americano, un altro quarto è giapponese, poi seguono Corea del Sud e Australia. I componenti dell’indice sono poco più di 30 ripartiti settorialmente in industriali (36%), beni di consumo (30%) e minerari (18%).
L’ETF WisdomTree Battery Solutions (ISIN IE00BKLF1R75) replica la performance di società che si occupano principalmente di batterie e soluzioni di conservazione di energia. Qui il peso dei minerari è decisamente più alto (quindi chi cerca litio troverà pane per i suoi denti) con un peso del 37% seguito da industriali al 35%. Anche geograficamente gli equilibri sono diversi con la Cina al 25% seguita dagli Usa 20%. La replica è fisica con un costo di 0,4%.
Una terza soluzione per investire nel mondo delle batterie (e utile per ottimizzare la fiscalità) è offerta da un certificate di Vontobel che replica il Solactive Battery Energy Storage Performance-Index. Appartenente alla famiglia dei tracker certificate, questo strumento è stato emesso a inizio di dicembre 2017 con codice ISIN DE000VN9DES6. Se le performance maturate dal lancio sono di tutto rispetto, oltre +120% a inizio febbraio 2022, la pecca dell’investment certificate firmato da Vontobel sta proprio nella data di scadenza: dicembre 2022. Essendo quasi arrivato al termine della sua vita, permette di prendere posizione sul settore solo in modo temporaneo. Il paniere del certificato è composto da 15 le società, imprese che presentano un’attività significativa nello stoccaggio di energia e nella produzione di batterie (sviluppo delle batterie agli ioni di litio, imprese chimiche, produttori di batterie).
Visti gli imponenti investimenti in corso il mondo delle batterie sarò rivoluzionato nei prossimi anni con player che emergeranno inevitabilmente all’attenzione degli investitori e altri che scivoleranno nell’anonimato. Meglio diversificare se si vuole approcciare il tema. Gli strumenti appena analizzati possono rappresentare un buon compromesso.