Prosegue la fase di stagnazione a causa della guerra commerciale e della Brexit
L’economia italiana rimane in stagnazione: nel secondo trimestre il prodotto interno lordo (Pil), in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, si è mantenuto sugli stessi livelli dei tre mesi precedenti. Così l’Istat nella consueta nota sull’andamento dell’economia del nostro Paese.
Le cause principali di un rallentamento ormai “strutturale” restano le turbolenze geopolitiche dovute in buona parte all’evoluzione ancora incerta degli accordi commerciali internazionali tra America e Cina e all’aumento dei rischi di una “hard Brexit”. Questioni che hanno penalizzato ulteriormente la congiuntura economica mondiale già depressa.
EXPORT E IMPORT
A giugno, le esportazioni hanno registrato un incremento congiunturale dell’1,2%, mentre le importazioni si sono ridotte del 2,1%. In particolare, si è osservata vivacità delle vendite verso i mercati extra Ue (+3,9%) a cui si è contrapposta una flessione dei flussi diretti verso i mercati europei (-1,0%).
Da gennaio a giugno, l’export in valore ha evidenziato un incremento complessivo del 2,7% rispetto ai primi sei mesi del 2018 (+3,3% nel 2018): una crescita superiore a quella osservata in Germania e Spagna, sia nei mercati europei sia in quelli extra europei.
IL MERCATO DEL LAVORO
La debolezza dei ritmi produttivi si è riflessa anche sul mercato del lavoro. La crescita delle unità di lavoro si è interrotta e anche quella delle ore lavorate.
INFLAZIONE
L’inflazione al consumo ha mostrato una lieve ripresa, rimanendo comunque su livelli contenuti. Il divario inflazionistico a favore dell’Italia rispetto ai paesi dell’euro si è ristretto leggermente.
FIDUCIA DI IMPRESE E CONSUMATORI
Ad agosto, l’indice del clima di fiducia ha evidenziato un calo, sia per i consumatori sia per le imprese. L’indicatore del sentiment sottolinea il quasi certo proseguimento della fase di debolezza dei livelli di attività economica.