Dopo il debito USA, è toccato alle banche americane finire nel mirino delle agenzie di rating. Stavolta è Moody’s a scendere in campo, tagliando il rating di diversi istituti di credito di piccole e medie dimensioni. La società statunitense ha anche avvertito che il declassamento potrebbe continuare interessando alcune delle maggiori banche del Paese. La ragione sta nei maggiori rischi di finanziamento e in una capacità di produrre reddito indebolita. “I risultati del secondo trimestre di molte banche hanno mostrato crescenti pressioni sulla redditività che ridurranno la loro capacità di generare capitale interno”, ha scritto l’agenzia in una nota.
“Ciò avviene mentre una lieve recessione negli Stati Uniti è all’orizzonte per l’inizio del 2024 e la qualità degli attivi sembra destinata a diminuire, con rischi particolari nei portafogli immobiliari commerciali (CRE) di alcune banche”, ha continuato. I rischi derivanti dalle esposizioni CRE sono la conseguenza di tassi di interesse più alti, osserva Moody’s, ma anche del calo della domanda degli uffici conseguente all’aumento del lavoro a distanza e della riduzione della disponibilità del credito.
Banche USA: la genesi del downgrade di Moody’s
Il downgrade di Moody’s della banche USA sopraggiunge in un contesto in cui il settore ha perso di credibilità dopo il fallimento a partire da marzo 2023 di Silvergate Capital, Silicon Valley Bank e Signature Bank, nonché a seguito del salvataggio di emergenza di First Republic Bank da parte di JP Morgan Chase. Ciò ha innescato una corsa ai depositi presso gli istituti di credito più piccoli determinando instabilità nel sistema finanziario.
La situazione è stata aggravata dal fatto che i rialzi dei tassi d’interessi attuati dalla Federal Reserve a cominciare da marzo 2022 hanno ridotto il valore di alcuni asset in portafoglio delle banche, come le obbligazioni e i mutui. Questo ha comportato la presenza di perdite non realizzate nel bilancio delle aziende di credito, che sono diventate realizzate una volta che le banche si sono trovate costrette a liquidare le attività per far fronte all’emorragia dei depositi.
A poco sono servite le rassicurazioni fornite dalle autorità statunitensi riguardo le misure di emergenza per evitare i prelievi dei risparmiatori. Tra l’altro, i tassi d’interesse più elevati, alimentando lo spettro della recessione, hanno messo sotto pressione settori chiave come quello immobiliare creando maggiore difficoltà al business delle banche USA.
Gli istituti di credito declassati
Entrando nel dettaglio delle società bancarie che hanno ricevuto la bocciatura da Moody’s, vi sono 10 istituti che ora si trovano una tacca in meno nel rating assegnato, quali: M&T Bank, Pinnacle Financial Partners, Prosperity Bank, BOK Financial Corp, Webster Financial Corp., Old National Bancorp, Fulton Financial Corp.
Moody’s ha anche messo sotto outlook negativo altre 11 banche, ovvero: PNC Financial Services Group, Capital One Financial Corp., Citizens Financial Group Inc., Fifth Third Bancorp, Regions Financial Corp., Ally Financial Inc., Bank OZK e Huntington Bancshares Inc. E inoltre, l’agenzia di rating ha posto sotto osservazione 6 banche di dimensioni più consistenti, come: BNY Mellon, US Bancorp, State Street, Northern Trust, Cullen/Frost Banker e Truist Financial Corp.