Si preannuncia come una vera e propria corsa a ostacoli l’aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro di Banca Mps. La ricapitalizzazione dovrà essere conclusa entro il 3 novembre 2022: stando a quanto riferisce MF-Milano Finanza, le tre più grandi fondazioni italiane di origine bancaria starebbero valutando l’adesione. Fondazione Crt, Compagnia Sanpaolo di Torino e Cariplo potrebbero entrare nella partita: la prima è azionista di Unicredit e del Banco Bpm, mentre la seconda e la terza di Intesa Sanpaolo.
I tre enti, contattati direttamente dal Tesoro che detiene il 64,2% di Banca Mps, hanno dato una prima risposta affermativa. C’è anche da capire la cifra con la quale le tre fondazioni vorranno aderire: gli importi, secondo alcune indiscrezioni, potrebbero non essere elevati. L’intervento delle tre fondazioni nell’aumento di capitale sembra essere stato reso necessario per questioni di reputation all’interno dell’Acri, l’associazione che le rappresenta guidata da Francesco Profumo, e all’interno del sistema degli enti. Questo intervento si andrà ad aggiungere a quello di altre fondazioni che hanno deciso di aderire all’aumento di capitale, tra le quali è presente anche Fondazione Mps, che interverrà con 10 milioni di euro. Tra gli enti che hanno deciso di investire ci sono:
- CariFirenze: 10 milioni;
- Lucca; 7 milioni;
- Pistoia e Pescia: 3 milioni.
La quota che spetta al Mef, invece, è pari a 1,6 miliardi di euro. In questo contesto più ampio, Crt, Compagnia Sanpaolo e Cariplo hanno deciso di non far mancare il proprio appoggio.
Mps, gli altri soggetti coinvolti
Oltre alle fondazioni di origine bancaria, all’aumento di capitale di Banca Mps si affiancheranno soggetti privati, tra i quali ci sono. Con questa operazione inizierà a prendere forma il nucleo di azionisti privati che andranno a puntellare l’intervento del Ministero del Tesoro ma che soprattutto andranno ad alleggerire la posizione di garanti delle banche del consorzio. Ricordiamo che queste ultime si sono assunte il rischio su 400 milioni di euro sui 900 che dovranno essere recuperati da investitori diversi rispetto a quello pubblico. Tra gli investitori privati che hanno deciso di aderire all’aumento di capitale di Mps ci sono:
- Axa;
- Anima Sgr;
- fondo Algebris di Davide Serra;
- Ion Group di Andrea Pignataro.
A cosa serve l’aumento di capitale
Una buona parte dell’aumento di capitale servirà per coprire i costi dell’esodo anticipato dei lavoratori. L’importo che servirà a tale scopo potrebbe lievitare ulteriormente nel caso in cui dovessero essere accolte le 4.125 domande arrivate contro le 3.500 che ha previsto il piano industriale. Sul fronte del numero massiccio di dipendenti che ha intenzione di abbandonare Mps, i sindacati hanno chiesto e ottenuto un incontro per la giornata di oggi (lunedì 24 ottobre 2022) con i vertici della banca. Quello che è necessario capire è se verranno o meno accettate tutte le domande. Ma soprattutto dovrà essere valutato quale impatto possa avere un esodo di lavoratori così forte nella riorganizzazione aziendale.
Luigi Lovaglio, amministratore delegato di Mps, ha sottolineato come la partita più importante da giocare sia quella finanziaria. L’aumento di capitale, che è iniziato la scorsa settimana, si dovrà concludere entro il 3 novembre. In un periodo che è sfavorevole per i mercati, i diritti e le azioni nel corso della giornata di venerdì sono scesi a 1,99 euro, un livello che non rende particolarmente conveniente sottoscrivere le azioni dell’aumento al prezzo di 2 euro.