L’Australia il paradiso. L‘Italia, un inferno. Lo rivela uno studio Ocse, in riferimento ai paesi con il più spiccato “Talent Attactiveness”, ovverosia la capacità di attirare talenti internazionali, e quindi in grado di risultare più appetibili e attraenti per i lavoratori immigrati altamente qualificati. Qualità delle opportunità, reddito, tassazione, contesto per la famiglia, inclusività, qualità della vita: questi alcuni degli indicatori a cui il centro di ricerca francese ha fatto riferimento per il rapporto, che ovviamente deve considerare anche e soprattutto le condizioni economiche di ciascun paese e le politiche sulla migrazione.
ITALIA, CHE FLOP
In questa classifica, il nostro paese si trova nella cosiddetta “Flop 5”, più precisamente al quartultimo posto (su trentasei), precedendo Grecia, Messico e Turchia. Ovviamente con approcci differenti, queste quattro nazioni, secondo l’Ocse, presentano un contesto di competenze scarso, per niente appetibile per lavoratori dalle spiccate qualità professionali, di solito in possesso di master o dottorato, e provenienti dall’estero, attratti evidentemente da figure e realtà caratterizzate da competenze ben più alte e qualificate. Come l’Australia, in testa alla graduatoria, e la Nuova Zelanda. Entrambi i paesi devono la loro attrattività a una società molto inclusiva e alle prospettive future che offrono. Seguono Canada, Svezia, Irlanda, Svizzera, Norvegia, Olanda e Regno Unito: in comune un’eccellente qualità di vita e alti standard per le competenze, seppur con approcci differenti alla migrazione. Un caso a parte sono gli Stati Uniti. Potenzialmente al top della graduatoria per la qualità delle opportunità, per reddito, tassazione e qualità della vita, sono penalizzati dalle difficoltà che si incontrano per ottenere il visto necessario, e le condizioni per l’accesso dei familiari, ben più restrittive rispetto, ad esempio, ai paesi dell’Oceania.
POCO APPETIBILI ANCHE PER GLI IMPRENDITORI ESTERI
Nel rapporto, sotto i riflettori anche l’indice di attrattività dei paesi Ocse per gli imprenditori che arrivano dall’estero. Come per il fattore “Talent Attactiveness”, l’Italia si trova nel plotone di coda, al 28esimo posto, anche se risale di qualche posizione, con Canada, Nuova Zelanda, Svizzera, Svezia e Norvegia ai primi posti, premiati per l’apertura commerciale, le normative sul lavoro e sul mercato dei prodotti e per la facilità di ottenere il visto di ingresso, che penalizza, come detto, gli Usa (richiesto un milione di dollari di investimenti come minimo, e 10 posti di lavoro da garantire). Va un po’ meglio invece all’Italia, nella graduatoria dei paesi appetibili per gli studenti internazionali. Svizzera, Norvegia, Germania, Finlandia e Stati Uniti sono nella Top 5. L’Italia è a metà classifica, davanti alla Francia. Poiché offre in più rispetto ad altri paesi il permesso di lavoro dopo aver ottenuto la laurea.