Palladio: dopo crollo 2021, cosa aspettarsi da quotazioni per 2022?

Palladio: dopo crollo 2021, cosa aspettarsi da quotazioni per 2022?

Palladio: cosa aspettarsi per il 2022, dopo il crollo dei prezzi del 2021

Il 2021 non è stato un anno molto fortunato per il palladio. Anzi, tra le materie prime è risultato uno di quelli con le prestazioni peggiori, perdendo circa il 23% del suo valore. Peggio hanno fatto solo il minerale di ferro, le cui quotazioni sono state fortemente condizionate dalla crisi immobiliare cinese, e l’argento, che è stato vittima del calo dei metalli preziosi con l’aumento dei rendimenti delle obbligazioni.

L’andamento negativo del palladio è derivato da alcuni fattori. In primis dal calo della domanda proveniente dalla Cina, che è il principale importatore al mondo. In secondo luogo ha giocato un ruolo fondamentale la carenza di chip che ne ha ridotto il consumo. Infatti, il palladio viene utilizzato per l’85% nei convertitori catalitici che riducono l’inquinamento nei motori a benzina. La scarsità di semiconduttori ha interrotto la produzione delle auto in molte fabbriche, facendo giocoforza diminuire la domanda di palladio.

Inoltre, i progressi della tecnologia hanno reso più agevole ed economico l’utilizzo del platino, che è finito per rimpiazzarlo. Il passaggio dalle auto a combustione ai veicoli elettrici molto probabilmente renderà ancora più evidente la necessità di adoperare un metallo meno “pesante” e questo non gioca a favore del palladio.

 

Palladio: cosa succederà nel 2022?

L’attenzione ora è rivolta tutta all’anno che sta per entrare. Si riprenderà il palladio? Gli analisti sulla materia non hanno voce unanime. Nikos Kavalis, Amministratore Delegato di Metals Focus, sembra ottimista sulla base della convinzione che gli acquisti provenienti dalla Cina aumenteranno e la carenza degli approvvigionamenti rallenterà la sua corsa. A suo avviso Pechino dovrà ricostituire le scorte e quindi alzerà le richieste dopo un anno di import ridotto, di conseguenza è probabile che nella seconda parte del 2022 il mercato torni in deficit facendo così salire le quotazioni.

L’analisi è condivisa da Morgan Stanley, la quale crede in un rimbalzo della produzione automobilistica che genera un’impennata della domanda di palladio. La banca d’affari americana vede il prezzo del metallo bianco-argenteo a 2.100 dollari l’oncia, circa il 10% in più rispetto alle quotazioni attuali.

Suki Cooper, analista di Standard Chartered Bank, è molto meno possibilista circa la crescita del palladio. L’esperto solleva interrogativi sulla mobilità e sulla ripresa economica per effetto del dilagare della variante Omicron del Covid-19. Questo rischierebbe di frenare la produzione automobilistica, soprattutto se il settore dovesse incorrere in ulteriori restrizioni. E con ciò naturalmente il palladio potrebbe soffrire un bug di domanda.

In aggiunta vi sono le posizioni corte da parte degli hedge fund che non promettono granché di buono. Almeno per la prima parte dell’anno Cooper quindi prevede un sentiment ribassista sul palladio. Nel secondo semestre la ripresa degli approvvigionamenti probabilmente invertirà la situazione e il metallo potrebbe trovare uno slancio rialzista.

James Steel, capo analista di metalli preziosi presso HSBC Securities, afferma che il mercato potrebbe aver già scontato tutti gli effetti contrarian e verso la seconda metà dell’anno potrebbe mettersi in posizione buy con l’allentamento dei problemi del supply shortage. Per questo a suo giudizio è più probabile che il prezzo del palladio si collochi al di sopra di 2.000 dollari l’oncia che non al di sotto.

AUTORE

Johnny Zotti

Johnny Zotti

Laureato in economia, con specializzazione in finanza. Appassionato di mercati finanziari, svolge la professione di trader dal 2009 investendo su tutti gli strumenti finanziari. Scrive quotidianamente articoli di economia, politica e finanza.

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