Pensioni Svizzera: ecco quale futuro per l'AVS - Borsa&Finanza

Pensioni Svizzera: ecco quale futuro per l’AVS

Pensioni Svizzera: ecco quale futuro per l'AVS

Le pensioni della Svizzera sono a rischio. È quanto emerge da uno studio realizzato da UBS insieme all’Università di Friburgo, in cui viene messo in evidenza come i contributi versati dai lavoratori non sono sufficienti a coprire l’esborso delle pensioni. Questo nonostante la riforma AVS (Assicurazioni Vecchiaia e Superstiti), il pilastro centrale della previdenza nel Paese.

La ricerca rileva come l’AVS produrrebbe in futuro un deficit di circa 650 miliardi di franchi, perché la quota di anziani nella società è in rapida e costante crescita, mentre il tasso di natalità sta crollando verticalmente. Giocoforza, si viene a creare un disequilibrio tra entrate e uscite, che rischia di rendere insostenibile il sistema. Oggi quest’ultimo è finanziato dalle contribuzioni dei lavoratori, che si attestano all’8,7% del reddito lordo, con dipendenti e datori di lavoro che partecipano per quote uguali. La parte rimanente è sostenuta per il 75% dalla Confederazione svizzera e per il 25% dalle tasse.

 

Pensioni Svizzera: 3 soluzioni per salvare l’AVS

Come uscire dall’impasse? UBS propone alcune soluzioni sulle pensioni della Svizzera, per evitare il collasso dell’AVS. Una è quella di aumentare l’età pensionistica. In questa maniera, ci sarebbero contributi in maggiore quantità e versati più a lungo. “L’innalzamento dell’età di riferimento è l’unica opzione di riforma che può preservare il benessere materiale di tutte le generazioni”, sostiene l’economista di UBS, Jackie Bauer.

Una seconda strada è quella di accrescere l’entità dei contributi in media di oltre il 15%, portandoli al 10,1%. Nel 2019 i versamenti ammontavano a 32,5 miliardi di franchi e oggi sarebbero di oltre 37 miliardi di franchi con l’aumento indicato. Questo però significherebbe, secondo i calcoli dello studio, che una persona dal reddito annuo di 100 mila franchi riceverebbe 700 franchi in meno di stipendio. Quindi, posto che un individuo inizia a lavorare a 20 anni e versa 44 anni di contributi, si troverebbe a percepire complessivamente 30.800 franchi di salario in meno. Una soluzione, questa, che avrebbe dei riverberi sociali di cui tener conto.

In alternativa, si potrebbero aumentare i contributi della Confederazione di circa il 50%, portandoli da 9,8 miliardi di franchi del 2019 a 14,5 miliardi di franchi di oggi. O al limite aumentare le imposte su tabacco e alcol dal 20,2% al 30% delle spese dell’AVS. Una di queste tre misure (aumento contributi lavoratori, innalzamento contribuito Confederazione e incremento tasse) sarebbero in grado di colmare il deficit, secondo l’analisi dei ricercatori.

Una terza soluzione potrebbe essere quella di aumentare l’IVA. Lo studio però ritiene che sia difficile determinare di quanto dovrebbe risultare il rialzo per coprire il deficit, perché ciò avrebbe dei riflessi sul comportamento dei consumatori, che a loro volta sarebbero spinti a diminuire la domanda facendo calare il gettito. Posto che il comportamento dovesse risultare invariato, gli studiosi di UBS stimano che per realizzare le entrate necessarie per l’AVS pari a 5 miliardi di franchi all’anno, sarebbe opportuna una stretta sull’imposta sul valore aggiunto di 1,5-2 punti percentuali.

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