Shamik Dhar, Chief Economist di BNY Mellon Investment Management, commenta l’andamento del prezzo del petrolio
Lunedi 9 marzo, le azioni energetiche hanno subito forti perdite quando i mercati si sono preparati per una guerra dei prezzi tra Arabia Saudita e Russia. Nel fine settimana, dopo la rottura delle trattative con la Russia per un’intesa sul taglio della produzione, l’Arabia Saudita ha tagliato i prezzi di listino per il suo greggio, dando vita a una guerra che, per gli investitori, si prospetta come un problema ancor piu’ grande del nuovo coronavirus. Il petrolio Wti ha chiuso in ribasso del 24,6% a 31,13 dollari al barile, ai minimi degli ultimi quattro anni; si tratta della seconda peggiore giornata da quando il Wti, nel 1983, ha cominciato a essere quotato al Nymex, dopo il 17 gennaio del 1991, quando scoppio’ la guerra del Golfo. Oggi le quotazioni sono ripartite al rialzo. Ma il petrolio giù, è un bene per l’economia? L’outlook di BNY Mellon Investment Management.
Il crollo del prezzo del petrolio va a innestarsi in un contesto turbolento per le economie e i mercati finanziari. Lo sostiene Shamik Dhar, Chief Economist di BNY Mellon Investment Management, è uno dei più grandi asset manager al mondo con 1.900 miliardi di dollari di AUM.. La domanda di greggio era già debole a causa dell’impatto del coronavirus, pertanto la decisione dell’Arabia Saudita di aprire i rubinetti ha determinato uno shock aggiuntivo dal lato dell’offerta. Al momento non sembra che questo sviluppo sarà limitato al breve periodo, anche se è difficile prevedere quanto durerà.
Il calo del prezzo del barile è positivo per i Paesi che importano petrolio: si stima che, per ogni 10 dollari di riduzione del prezzo, ci sia un trasferimento dello 0,3% del PIL globale dai Paesi produttori a quelli consumatori. Pertanto, se questi ultimi dovessero incrementare i consumi più di quanto i Paesi produttori taglino i propri investimenti, l’effetto netto sarebbe positivo per l’economia globale.
Lo stimolo non sarà forse sufficiente per stabilizzare l’economia globale dinanzi all’impatto del Covid-19, ma i prezzi bassi del petrolio potrebbero creare uno scenario favorevole quando gli effetti del virus saranno passati. D’altro canto, il calo del barile aumenta l’incertezza sui mercati, e ovviamente gli eventi odierni dimostrano che gli investitori hanno già molti timori. È probabile che il 2020 si chiuda con un sensibile rallentamento della crescita globale.
Il lato positivo della situazione è che le emissioni globali di Co2 dovrebbero diminuire nel corso dell’anno, anche se il minor prezzo del petrolio potrebbe moderare marginalmente tale riduzione.