Balzo dei futures sul greggio questa mattina dopo il tonfo di martedì. l’Opec+ avalla tagli alla produzione mentre oggi è atteso il dato sulle scorte di petrolio americane
Il petrolio risale questa mattina dopo l’ennesimo crollo della vigilia. A turbare il mercato petrolifero sono le ansie relative alla diffusione ed alla durata dell Coronavirus, che crea rischi potenzialmente enormi sull’economia mondiale. La Cina è infatti il maggior importatore di materie prime ed un rallentamento della sua economia avrebbe impatti pesanti sui mercati delle commodities. Anche il rame prova a risalire dopo che il 3 febbraio ha toccato minimi di sei mesi.
Nel frattempo preoccupazioni giungono dal cartello dell’OPEC, tanto è vero che la riunione “tecnica” dell’OPEC+, formulazione allargata dell’organizzazione dei produttori che include anche la Russia, ha parlato della possibilità di estendere i tagli di produzione fra 800 mila e 1 milione di barili, rispetto ai circa 500 mila inizialmente ipotizzati.
Per il momento niente di ufficiale. Il cartello, secondo il Wall Street Journal, punterebbe a creare uno “shock” di offerta, facendo invertire definitivamente la tendenza dei prezzi, dopo aver realizzato che il mercato avrebbe accolto con un certo scetticismo tagli marginali dell’output. Sarà naturalmente la riunione politica dei Ministri a Vienna a formalizzare questi tagli, ma se ne è parlato nelle ultime ore molto seriamente.
Intanto, il future sul light crude, qualità di greggio nordamericana, scambia questa mattina intorno alle 10.30, a 50,86 dollari, in rialzo dello 2,88%, dopo aver perso da inizio anno oltre il 18% del suo valore. Stesso trend per il Brent del Mare del nord, che passa di mano a 56,20 dollari al barile, (+3,33%) ma segna da inizio anno un calo di quasi il 21%.