L’Istat conferma le stime: il nostro paese non cresce ed è fanalino di coda nel G7
Cinque trimestri di stagnazione. E’ uno dei passaggi chiave del commento pubblicato dall’Istat che accompagna i dati relativi al Pil italiano del periodo compreso tra aprile e giugno. Una variazione congiunturale nulla, e una prosecuzione della fase di sostanziale ristagno dell’attività economica iniziata diciassette mesi fa. In altre parole, nel secondo trimestre di quest’anno il prodotto interno lordo è rimasto invariato rispetto al primo (0%) mentre è calato dello 0,1% anno su anno. E anche la cosiddetta crescita acquisita per il 2019, che corrisponde al risultato che si verrebbe a ottenere se i due trimestri rimanenti si chiudessero allo stesso modo, sarebbe pari a zero.
IL PIL ITALIANO E LE COMPONENTI DELLA DOMANDA
Dal lato della domanda, prosegue l’Istat, le esportazioni di beni e servizi sono cresciute in termini congiunturali dell’1%, mentre le importazioni sono aumentate dell’1,1%. Stazionari i consumi finali nazionali, +1,9% per gli investimenti fissi lordi, un rialzo, quest’ultimo, determinato dalla spesa per impianti, macchinari e armamenti, cresciuti del 5,3%. Anche la componente di mezzi di trasporto è aumentata: +5,8%, così come quella dei prodotti di proprietà intellettuale: +0,6%. Sono diminuiti gli investimenti in abitazioni e i fabbricati non residenziali e altre opere, rispettivamente, dello 0,3% e dello 0,5%. Nulla la variazione della spesa delle famiglie, con -0,8% per gli acquisti di beni durevoli e -2,7% per i beni semidurevoli.
IL VALORE AGGIUNTO PER SETTORE
Se si guarda ai comparti, conclude l’Istat, nel secondo trimestre il valore aggiunto ha registrato cali dell’1,2% per l’agricoltura, -0,4% per l’industria in senso stretto e dello 0,5% per le costruzioni. Per contro, il totale dei servizi ha registrato un incremento dello 0,1%. All’interno dei servizi hanno contribuito positivamente le attività immobiliari (+0,3%), le attività professionali (+1%) e le attività artistiche, di intrattenimento e gli altri servizi (+0,4%). Stazionario risulta il valore aggiunto del comparto di commercio, riparazione di veicoli, trasporto, magazzinaggio, alloggio e ristorazione e quello dell’amministrazione pubblica, difesa, istruzione e sanità. Hanno segnato, invece, un andamento negativo i servizi di informazione e comunicazione (-0,9%) e le attività finanziarie e assicurative (-0,1%).
GLI ALTRI PAESI
Come riporta l’Istituto di Ricerca, nel secondo trimestre il Pil è aumentato in termini congiunturali dello 0,5% negli Stati Uniti e dello 0,2% in Francia, mentre è diminuito dello 0,1% in Germania. In termini tendenziali, si è registrato un aumento del 2,3% negli Usa, dello 0,4% in Germania e dell’1,3% in Francia. Nel complesso, il Pil dei paesi dell’Eurozona è aumentato dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dell’1,1% nel confronto con il secondo trimestre del 2018.