Prestito non censito: cos'è, chi può averlo e come richiederlo - Borsa&Finanza

Prestito non censito: cos’è, chi può averlo e come richiederlo

Il prestito non censito è una richiesta che capita spesso e volentieri a banche e finanziarie, ma è anche una pratica insidiosa nei cui confronti gli istituti si muovono con estrema cautela. Il motivo? La natura stessa di questo prestito perché si tratta del primo in assoluto: quello concesso a chi non ha mai richiesto un finanziamento. Ecco tutto quello che c’è da sapere in merito e come muoversi su questo terreno scivoloso.

 

Prestito non censito: cos’è e chi può averlo

Il prestito si definisce non censito quando il richiedente non è ancora registrato negli archivi digitali degli istituti di credito, ovvero i SIC (Sistemi di Informazioni Creditizie), i database che raccolgono tutte le informazioni sui finanziamenti richiesti e ottenuti da consumatori e imprese e raggruppano i file che compongono la referenza creditizia del cliente.

La materia è ostica proprio perché l’istituto o l’intermediario finanziario non conosce l’affidabilità del soggetto che richiede il prestito. Il prestito non censito può essere richiesto da tutti (di norma non sono censite le persone che hanno sempre effettuato acquisti senza ricorrere a forme di credito, i giovani e gli stranieri residenti da poco in Italia) ma non è detto che la banca conceda il finanziamento perché è impossibilitata a effettuare controlli sulla specifica referenza creditizia. La persona o la società, infatti, non è presente nei database della centrale dei rischi.

Gli archivi informatici sono gestiti da società specializzate come CTC (Consorzio per la Tutela del Credito, l’ente che riunisce 32 istituti italiani per i servizi informativi a supporto dei processi di erogazione, monitoraggio e recupero del credito) e da aziende globali quali CRIF ed Experian. La visura è il documento che consente di consultare la posizione a debito di un soggetto in queste specifiche banche dati.

Ogni volta che si apre una linea di credito, l’istituto comunica la stipula del contratto alle centrali di analisi e reportistica, fornendo le informazioni necessarie sulla cifra erogata, le condizioni del prestito, la durata del rimborso, l’ammontare e la frequenza delle rate. Il ritratto del debitore che risulta non è un quadro fisso: si evolve nel tempo e i dati sulla sua posizione tengono conto della regolarità (o meno) dei pagamenti.

È un garante a tranquillizzare banche o finanziarie sulla reputazione di chi richiede un primo prestito. Alla persona (non necessariamente un familiare) che viene proposta per questo ruolo, l’istituto domanda una serie di requisiti, gli stessi pretesi da chi chiede il prestito: un reddito dimostrabile e più che sufficiente a rimborsare le rate del debito, un patrimonio (in particolare beni immobiliari), la reputazione nel CRIF che non deve mai essere di cattivo pagatore o protestato.

Generalmente l’importo del prestito non censito non è molto elevato: in media si aggira tra i 2.500 e i 4.000 euro. Con la disponibilità della cessione del quinto, il prestito può raggiungere cifre più alte. La somma naturalmente oscilla al rialzo o al ribasso se subentrano variabili come la presenza di un garante forte, un tipo di finanziamento sostenibile, una busta paga sostenuta, un reddito cospicuo, un contratto e un’anzianità di lavoro solidi.

 

Come richiedere il prestito non censito

Il primo prestito può essere richiesto a una banca, a una società finanziaria o a un mediatore creditizio, presentandosi di persona ad una filiale dell’istituto oppure online sul sito ufficiale dell’erogante la somma. Come per i mutui, il richiedente deve presentare una busta paga, possibilmente con un contratto a tempo indeterminato e (se disponibili) delle garanzie reali (le più richieste dagli istituti di credito perché gravano su beni mobili e immobili: ipoteca, pegno, privilegio) e delle garanzie personali, con un soggetto terzo che risponde per conto del debitore con il proprio patrimonio.

Chi non ha un garante può ricorrere a vari strumenti come la delegazione di pagamento (ai lavoratori dipendenti di pubbliche amministrazioni e istituzioni private le rate del debito vengono trattenute mensilmente in busta paga), la cessione del quinto (sempre per dipendenti pubblici o privati e pensionati: le rate sono trattenute direttamente dallo stipendio o dalla pensione in misura non superiore ad un quinto dell’importo complessivo della busta paga o dell’assegno previdenziale) e il prestito cambializzato, erogato subito (solitamente ai dipendenti) e rimborsato tramite cambiali. In caso di cessione del quinto, esiste anche il doppio: una possibilità riservata a chi ha uno stipendio cospicuo e può impegnare fino al 40% del salario netto.

Se la banca rifiuta la prima richiesta di prestito, è consigliabile far trascorrere un periodo di tempo tra i 30 e i 40 giorni (il margine necessario per l’aggiornamento dei database) prima di presentare una nuova domanda. Va tenuto a mente che ogni richiesta di finanziamento rimane visibile nelle banche dati dei SIC fino a sei mesi. In presenza di altri finanziamenti regolarmente pagati, è opportuno aver saldato almeno dieci rate prima di presentare una richiesta di prestito: servirà come garanzia per dimostrare all’istituto di essere un buon pagatore e spuntare una valutazione positiva del rischio.

AUTORE

Alessandro Zoppo

Alessandro Zoppo

Ascolta musica e guarda cinema da quando aveva 6 anni. Orgogliosamente sannita ma romano d'adozione, Alessandro scrive per siti web e riviste occupandosi di cultura, economia, finanza, politica e sport. Impegnato anche in festival e rassegne di cinema, Alessandro è tra gli autori di Borsa&Finanza da aprile 2022 dove si occupa prevalentemente di temi legati alla finanza personale, al Fintech e alla tecnologia.

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