Si torna a parlare di recessione e trattative tra Usa e Cina, passate in secondo piano a causa delle tensioni con Teheran. A cura di Darrell Spence, economista di Capital Group
Di nuovo Usa e Cina. Di nuovo recessione. Il braccio di ferro commerciale tra Washington e Pechino, la cui firma del via libera per la Fase Uno avrebbe dovuto tenersi proprio oggi, ha messo sotto pressione l’industria manifatturiera di tutto il mondo, in particolare quella europea. L’attività industriale ha subìto un rallentamento in tutte le principali economie, creando esitazione tra le società in fatto di investimenti.
Il peso di manifatturiero ed esportazioni in Usa e Germania
In Europa questa incertezza non ha pari, dal momento che il Vecchio Continente dipende fortemente dal commercio globale. Il settore automobilistico tedesco, ad esempio, ha subìto una battuta d’arresto. Ironia della sorte, negli Stati Uniti, dove l’attività manifatturiera e quella delle esportazioni rappresentano ciascuna il 12% circa della produzione economica, l’impatto è stato più moderato.
Recessione improbabile: ecco perché
Quindi, è probabile una recessione? Negli Usa esistono due economie a confronto: l’attività manifatturiera è stata debole ma i fondamentali dei consumi sono risultati solidi. Finché permarrà questa situazione, la previsione è che non vi sarà alcuna recessione nel prossimo anno. Infatti, la disoccupazione statunitense rimane al di sotto del 4%, la crescita dei salari è stata solida e la spesa al consumo sostenuta. La domanda interna è risultata ragionevolmente in linea con le attese anche in Europa e in Cina. Anche se le questioni commerciali dovessero esercitare ulteriori pressioni sull’economia, gli investitori dovrebbero tenere a mente che le società intelligenti sono fluide e possono adattarsi a circostanze mutevoli.