Russia-Ucraina: cosa succede a gas, mais e grano in caso di conflitto?
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Russia-Ucraina: cosa succede a gas, mais e grano in caso di conflitto?

Materie prime: cosa succederà a gas, mais e grano in caso di conflitto Russia-Ucraina

La situazione tra Russia e Ucraina si fa sempre più tesa e potrebbe avere delle ripercussioni a livello geopolitico non troppo rassicuranti. Negli ultimi giorni si sono intensificati i colloqui tra i diplomatici di Stati Uniti e Russia per cercare di dipanare le questioni che generano maggiore attrito lungo il confine ucraino, ma con scarsi risultati per la verità.

Le truppe russe hanno rafforzato il raggruppamento militare e si preparano per un’invasione. Allo stesso tempo sono pronte a scattare le sanzioni economiche da USA ed Europa se si dovesse configurare uno scenario di tale portata. Al momento non si vedono bagliori di luce, anche perché il blocco occidentale continua a reputare irricevibili le richieste del Premier russo Vladmir Putin, ossia l’impedimento dell’estensione del Patto Atlantico ad altri Paesi europei come l’Ucraina e la Georgia.

 

Guerra Russia-Ucraina: le conseguenze per le materie prime

Un conflitto tra i Russia e Ucraina andrebbe a ripercuotersi sul mercato delle materie prime, in maniera particolare su quello del gas naturale, del grano e del mais. Il gas naturale è sicuramente quello che subirebbe un impatto maggiore. L’Ucraina infatti costituisce un transito importante per le forniture russe verso l’Europa, la quale si approvvigiona per il 50% della domanda complessiva.

Durante il 2021 i prezzi del gas sono arrivati alle stelle, perché i siti europei hanno sofferto come non mai la scarsità delle forniture da Mosca, generata sia dalla crisi energetica che ha favorito prioritariamente il soddisfacimento del fabbisogno domestico, sia soprattutto dalla querelle legata alla certificazione non ancora avvenuta del gasdotto Nord Stream 2.

Se scoppia la guerra in Ucraina vi sarà da aspettarsi un’escalation delle tensioni e di conseguenza ulteriori blocchi dal lato dell’offerta che potrebbero far risalire rapidamente le quotazioni del gas naturale, ancor più che in questa stagione invernale particolarmente fredda la richiesta della materia prima è molto elevata. Non è escluso che il peggiorare dei rapporti tra Mosca e Francoforte porti a ulteriori ritardi nell’approvazione del gasdotto o in extrema ratio alla cancellazione della stessa, con conseguenze difficilmente pronosticabili.

Anche mais e grano potrebbero risentire fortemente delle belligeranze tra Russia e Ucraina, dal momento che entrambe sono grandi esportatori di queste materie prime. L’Ucraina da sola si prevede che per il 2022 fornirà circa il 12% del totale riguardo il grano, corrispondente a 24 milioni di tonnellate. Quanto al mais, le esportazioni dovrebbero arrivare a 32,5 milioni di tonnellate, ossia il 16% del livello globale.

Quando nel 2014 Vladmir Putin invase la Crimea, le quotazioni di mais e grano si impennarono e da allora la quota di mercato dell’Ucraina per i 2 prodotti è rimasta più o meno invariata. Nel frattempo però l’export totale di mais e grano da Kiev è aumentato rispettivamente del 62,5% e quasi del 100%. Il contraccolpo quindi sarebbe notevole se si dovesse arrivare a un blocco delle forniture conseguenti al conflitto, con il prezzo che verosimilmente crescerebbe in maniera considerevole generando spirali inflazionistiche difficili da arginare.

AUTORE

Johnny Zotti

Johnny Zotti

Laureato in economia, con specializzazione in finanza. Appassionato di mercati finanziari, svolge la professione di trader dal 2009 investendo su tutti gli strumenti finanziari. Scrive quotidianamente articoli di economia, politica e finanza.

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