“Per la flat tax chiederemo maggiore flessibilità”. Ma lo spread non reagisce
“Per realizzare una manovra per il 2020 che preveda la riforma fiscale voluta dalla Lega sarà necessario chiedere a Bruxelles maggiore flessibilità sui vincoli di bilancio”. Lo ha detto Matteo Salvini questo pomeriggio in conferenza stampa, a margine del tavolo in corso al Viminale, dove il premier Giuseppe Conte si sta confrontando con le parti sociali, in vista della Legge di Bilancio per il prossimo anno da varare entro metà ottobre. Una dichiarazione che avrebbe potuto dare un’ulteriore scossa allo spread -già sotto pressione e in area 200 punti base- come già era accaduto in passato, soprattutto a ridosso delle elezioni europee. Stavolta però il mercato non ha reagito. Il differenziale non ha mostrato segnali di squilibrio, chiudendo stabile a quota 203. “E’ chiaro che occorrerà ridiscutere alcuni vincoli europei, se vi dovessimo sottostare, nulla di quanto ci siamo detti nelle ultime ore sarebbe possibile” ha aggiunto il leader del Carroccio, il cui obiettivo è una flat tax il cui costo si aggira tra i 10 e i 15 miliardi di euro.
POLITICA ITALIANA POCO CREDIBILE?
Quale può essere il motivo per cui non vi sono state reazioni? Il mercato ha fiducia nelle capacità del nostro paese di ottenere uno strappo alla regola dall’Unione Europea in vista della prossima manovra? Oppure l’affidabilità e la credibilità delle dichiarazioni degli esponenti del governo non è tale da impensierire borse e spread? “La politica italiana è diventata complicatissima da interpretare e da gestire a livello di aspettative finanziarie. L’obbiettivo di ogni dichiarazione politica dovrebbe essere mirata alla gestione virtuosa della macchina per ottenere un bilancio in grado di creare profitto al paese. E invece la sensazione sempre più forte è che tutto sia mirato esclusivamente alla ricerca mediatica del consenso” ha spiegato ai microfoni di Le Fonti Tv Marco Bramati di Wood&Company. I mercati dunque potrebbero non credere più alle uscite “forti” degli esponenti politici italiani, a partire dall’esponente più conosciuto e rappresentativo, Matteo Salvini. Prosegue Marco Bramati: “Magari da una parte c’è il ministro dell’Economia Giovanni Tria che prova a parlare di equilibrio e di una legge che ha bisogno di essere sostenibile, poi arriva il Salvini di turno che prima se ne esce con la flat tax da fare assolutamente e poi, come ha fatto oggi, con l’esigenza di ridefinire i piani con l’Ue come unica via possibile per ottenerla. E’ ovvio che si faccia fatica a interpretare una politica come questa”.
NUOVO SCONTRO FRONTALE UE-ITALIA?
Ma chiedere di ridefinire i vincoli potrebbe essere un suicidio, considerata la procedura d’infrazione con cui Bruxelles aveva minacciato il nostro paese in caso di mancata correzione dei conti: “Questo è un governo che ha un istinto prevalentemente equilibrista, non credo abbia intenzione di suicidarsi” conclude Bramati, evidentemente poco incline a ipotizzare uno scontro frontale. “Tutto dipenderà dalla Legge di Bilancio, tra tre o quattro settimane. Dovrà tenere conto di tutte le promesse fatte per evitare la procedura d’infrazione dell’Unione Europea. Questa è la chiave per la tenuta di questa maggioranza, al di là degli scontri interni”.
MOVIMENTO DEL MERCATO
Lo spread ha aperto stamattina a quota 207 punti base, ha raggiunto il massimo intraday a 208 per poi ritracciare nel corso del pomeriggio, mantenendosi stabile in area 202-204 per poi chiudere le contrattazioni a 203 punti. Anche il rendimento dei Btp decennale è rimasto sostanzialmente invariato e sui livelli delle ultime due settimane, chiudendo all’1,5% .