Virano negativi tutti i mercati europei, tiene Francoforte. A Piazza Affari affondano i bancari
Ennesimo ribaltone nei mercati. Ennesimo segnale di una spaccatura che si fa sempre più profonda all’interno della maggioranza del governo italiano. E complice la fuga ai titoli di stato americani, scesi all’1,6%, al Bund decennale tedesco, vicino al -0,6%, con l’Oro a ridosso dei 1.500 dollari l’oncia, i mercati europei virano negativi, a partire da Piazza Affari. A metà mattinata guadagnava lo 0,7%, all’apertura di Wall Street è sotto dello 0,8%. L’andamento delle banche non aiuta, a partire da Unicredit che perde il 5%, seguito da Mediobanca, Intesa Sanpaolo, Fineco e Ubi -il comparto è sofferente anche nel resto dell’Europa, vendite su Commerzbank, ABN Amro e Standard Life Aberdeen-, ma a preoccupare ulteriormente gli investitori del Ftse Mib è anche la tenuta del governo. Che al voto in Senato sulle mozioni riguardanti la Tav, si è letteralmente spaccato in due.
LA LEGA VOTA CON L’OPPOSIZIONE
Niente di nuovo in realtà. Era previsto che la Lega avrebbe votato contro la mozione No Tav degli alleati, allineandosi con Pd, Forza Italia e Fratelli d’Italia. E’ andata esattamente così, con 181 no e 110 sì. Approvati invece tutti i documenti favorevoli alla Torino-Lione, grazie anche ai nuovi impegni finanziari dell’Unione Europea e della Francia, che hanno reso l’infrastruttura meno costosa per l’Italia. I due vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, non hanno dichiarato nulla all’uscita dall’Aula, in particolare il leader del Movimento Cinque Stelle ha detto chiaramente: “Non è il momento di parlare”. Lo ha fatto il ministro delle Infrastruttura Danilo Toninelli: “”Non me ne frega niente della mia poltrona, io vado avanti nell’interesse della gente”. Quella di Toninelli sarebbe una delle poltrone più a rischio nell’ambito di un ipotetico rimpasto con più ministeri alla Lega. Che attraverso il capogruppo al Senato Massimiliano Romeo, fa sapere: “Ci saranno conseguenze politiche dopo il voto sulla Tav” rimandando però ogni decisione a Salvini. Più perentorio il segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti: “Conte vada al Quirinale, per questo governo è finita”. Il premier, in qualche modo, aveva messo le mani avanti nella giornata di ieri: “Non prefigura in alcun modo un sindacato sull’operato del governo né tantomeno sull’operato del presidente del Consiglio”.
REAZIONE DEL MERCATO
In mattinata il Ftse Mib ha avviato le contrattazioni in rialzo, raggiungendo il massimo di giornata a 20.890 punti alle 12.30. Per poi crollare a una media di 100 punti all’ora, fino a un minimo di giornata a 20.409 alle 15.30. Tiene, almeno per ora, lo spread. In mattinata ha toccato un massimo di 207 punti base per poi riassestarsi in area 202, da cui ancora non si smuove. Segnale che probabilmente i mercati non mostrano preoccupazione davanti alle divisioni del governo, quanto alla tenuta degli accordi con l’Unione Europea. Altro segnale di tenuta dei titoli di stato italiani è il rendimento del Btp decennale: l’1,4% raggiunto oggi è in area minimi dal 2016.