Come l’araba fenice, la rete unica rinasce dalle sue ceneri. Quando sembrava finita su un binario morto, ecco che Luigi Gubitosi, ad di Telecom Italia, prova a rianimarla con un’ultima offerta a Cdp: l’ex monopolista, pur di portare a compimento il progetto di fondere Fibercop (la rete secondaria di Telecom Italia) con Open Fiber (controllata da Cdp), sarebbe pronto a restare in minoranza. L’indiscrezione, riportata dall’agenzia Bloomberg, segnerebbe l’ennesima resurrezione di un dossier che ancora una volta riesce a rivitalizzare in Borsa il titolo Telecom Italia, ai minimi dell’anno dopo i conti al 30 settembre e soprattutto dopo il «profit warning» (il secondo in pochi mesi) con cui l’azienda ha ridimensionato le stime 2021 su ricavi e margini.
Morale: basta nominare le parole magiche “rete unica” e il titolo in tre sedute fa +16%, passando da 30,64 centesimi a 35,55 centesimi di euro (massimo di venerdì scorso). Un balzo che arriva mentre ci si avvicina a un consiglio cruciale per Telecom Italia come quello dell’11 novembre. Una riunione straordinaria chiesta dai rappresentanti di Vivendi (primi azionisti col 23,8%) e da altri consiglieri indipendenti: si parlerà di strategie e organizzazione.
Gubitosi, finito nel mirino dei francesi che recentemente si sono detti «delusi» dall’andamento della società, dovrà parlare della riorganizzazione già accennata nell’ultimo Cda, declinando però in un quadro di lungo termine l’idea di valorizzare le singole divisioni del gruppo e aprendo il capitale a soci di minoranza. Gli uomini di Vincent Bolloré non appaiono però più disposti a firmare cambiali in bianco all’ad. Vogliono vedere piani e numeri, prima di decidere il da farsi. Possibile che, a questo punto, in cda si aggiunga anche un capitolo sulla rete unica. Anche perché, precisa l’azienda in una nota, l’argomento «circa possibili assetti societari» della rete «non è stato oggetto di discussione nel cda né tantomeno sono state prese decisioni al riguardo».
La disponibilità di Telecom Italia a rivedere i piani sulla rete unica punterebbe a superare la contrarietà del governo e i dubbi che già erano emersi a Bruxelles sulla fusione così come era stata prospettata dalla lettera di intenti firmata il 31 agosto del 2020 tra la stessa Telecom Italia e CDP. In quella ipotesi si prevedeva che la fusione avrebbe messo a fattor comune con Open Fiber non solo la rete secondaria di Telecom Italia e la fibra ottica di Flash Fiber, ma anche la rete primaria dell’ex monopolista. Cosa che avrebbe portato Telecom Italia in maggioranza.
Ecco, ora Telecom Italia rilancerebbe un piano B, in gestazione da tempo e in cui a fondersi con Open Fiber (dove la CDP salirà al 60% e arriva Macquarie al 40%: il 10 novembre è atteso l’ok della Commissione Ue) sarebbe solo la FiberCop attuale, nel cui capitale ci sono oltre a Telecom Italia il fondo Kkr col 37,5% e Fastweb col 4,5%.
Telecom Italia: cosa dice l’analisi grafica
Ritracciamento in corso dopo il rally delle ultime sedute, a questi prezzi le azioni Telecom Italia diventano una buona occasione di acquisto? A far propendere in questa direzione l’analisi grafica del titolo. Nonostante la seduta negativa di ieri (-2,23%), nel breve periodo sembra infatti continuare a prevalere l’ottimismo. L’impostazione grafica vede i prezzi stazionare al di sopra dell’indicatore Supertrend mentre sia l’indicatore Parabolic Sar che la media mobile a 25 sono diventati rialzisti da poco. Anche l’indicatore Macd ha appena incrociato il proprio Signal. Inoltre, è da segnalare come l’indicatore RSI sia posizionato nell’area di “neutralità” vicino al livello 50. Dal punto di vista operativo, pertanto, l’ingresso in posizioni long è consigliabile solo al superamento del livello 0,3470 con target nell’intorno dei 0,3555 euro, mentre le posizioni ribassiste potranno essere aperte solo alla violazione di quota 0,3282 con obiettivo molto vicino al livello 0,3216.
L’andamento di breve termine del titolo Telecom Italia