Tesla richiama 80 mila veicoli in Cina, cosa aspettarsi dal titolo a Wall Street?
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Tesla richiama 80 mila veicoli in Cina, cosa aspettarsi dal titolo a Wall Street?

Tesla richiama 80 mila veicoli in Cina. Cosa aspettarsi dal titolo a Wall Street?

Dopo il rally di mercoledì scorso si prospetta un’altra seduta all’insegna degli acquisti per il titolo Tesla a Wall Street, nonostante nelle ultime ore siano giunte notizie negative dalla Cina. Infatti, come ha confermato l’autorità di regolamentazione del mercato cinese, il colosso delle auto elettriche starebbe richiamando quasi 80.000 vetture, tra Model S e Model X, prodotte tra il settembre del 2013 ed il novembre del 2020 per un problema di software che riguarda il sistema di gestione della batteria delle auto. Quest’ultimo richiamo segue quello che si era avuto nell’aprile di quest’anno, quando per dei problemi riguardanti alcuni componenti dei semiconduttori erano state richiamate quase 128.000 Model 3.

Ricordiamo che solo poche ore prima e dopo molteplici annunci, l’azienda di Elon Musk aveva reso disponibile per tutti i clienti nordamericani l’accesso alle funzioni avanzate di guida autonoma,  a patto di aver acquistato il relativo pacchetto opzionale, attualmente al costo di 15.000 dollari una tantum, o tramite un abbonamento a 199 dollari al mese. Nonostante il sistema di guida autonomo di Tesla risulti ancora imperfetto, sembrerebbe che questa mossa sia stata voluta per calmare le preoccupazioni degli investitori e sostenere le azioni che sono sui minimi degli ultimi 24 mesi.

 

Azioni Tesla: analisi tecnica e strategie operative

Andiamo ora a vedere cosa ci suggerisce l’analisi tecnica sul titolo quotato a Wall Street. Il rally a cui abbiamo assistito nella seduta di ieri e partito dai minimi di periodo, non ha di certo modificato quel trend ribassista presente sul titolo Tesla che ha spinto le quotazioni dai 415 dollari toccati nel novembre del 2021 ai 166 dollari visto nella giornata del 22 novembre 2022. Nel breve termine per dare seguito al rimbalzo i prezzi dovrebbero portarsi oltre le prime resistenze situate sui 200-201,5 dollari, oltre i quali si dovrebbero assistere ad ulteriori allunghi in direzione dei 220 dollari e successivamente i 237-237,5 dollari. L’eventuale superamento di queste aree resistenziali andrebbe a rafforzare il movimento rialzista verso i 267 dollari e a seguire i 287 dollari.

Al contrario il mancato superamento dei 200 dollari, dove transita anche l’indicatore del Supertrend, andrebbe a riattivare il trend ribassista primario che riporterebbe velocemente le quotazioni in direzione dei minimi di periodo situati sui 166 dollari. Nel caso in cui anche questi sostegni dovessero cedere aumenterebbero le chance di una continuazione delle vendite in direzione dei 150 dollari e a seguire sui 130-135 dollari, che rappresentano i minimi del novembre 2020.

 

 

AUTORE

Pietro Origlia

Pietro Origlia

Pietro Origlia, trader indipendente, ha iniziato ad interessarsi dei mercati finanziari all'inizio del 2000, facendone poi una professione tra il 2005-2006. Specializzato nel trading multiday (azioni, valute e materie prime) opera essenzialmente sul mercato italiano. Ha partecipato a vari eventi e manifestazioni in qualità di relatore. Dal 2017 è anche Giornalista Pubblicista. Da gennaio 2022 è entrato a far parte della redazione di Borsa&Finanza.

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