Questa settimana potrebbe essere cruciale per le sorti del tetto al debito USA, su cui si è impantanata la politica americana. Domani Joe Biden e i rappresentanti dei Repubblicani e dei Democratici proveranno a ricucire lo strappo della scorsa settimana, quando il presidente della Casa Bianca, al termine di un incontro per trovare una soluzione allo stallo, ha affermato che non avrebbe firmato un aumento al limite di spesa.
L’affermazione di Biden ha gelato le attese, soprattutto perché giunta a stretto giro dall’allarme lanciato dal segretario al Tesoro Janet Yellen secondo cui entro il 1° giugno o si troverà un accordo bipartisan o sarà default. L’ex-governatore della Federal Reserve è tornato ieri sull’argomento, avvertendo che se il Congresso non sarà in grado di trovare un accordo per aumentare o sospendere il tetto del debito nelle prossime settimane “ne deriverebbe il caos finanziario ed economico”.
Tetto al debito USA: Biden e repubblicani in disaccordo
Il tetto al debito americano è stato fissato nel 2021 a 31.400 miliardi di dollari, un livello raggiunto già il 19 gennaio 2022. Questo significa che gli Stati Uniti hanno già sforato grazie all’utilizzo di misure straordinarie le quali però hanno una deadline. Entro questa deadline è necessario decidere cosa fare ma i nodi da sbrogliare sono particolarmente intricati rispetto ad altre occasioni.
I repubblicani, che hanno la maggioranza alla Camera, non intendono far passare un accordo che senza tagli alla spesa per far fronte al deficit di bilancio in continua crescita. Lo schieramento ha proposto una sforbiciata alla spesa pubblica nel prossimo decenni in cambio di un innalzamento del tetto del debito di 1.500 miliardi. Il presidente Joe Biden ha risposto che un eventuale aumento al tetto del debito dovrà essere deciso senza condizioni. La sua proposta è di tagliare il deficit di 3.000 miliardi di dollari in 10 anni attraverso un aumento generalizzato delle tasse.
Sarà davvero default?
Come andrà a finire? Sui mercati comincia a circolare un certo pessimismo sulla possibilità di raggiungere un accordo nel breve termine. Lo dimostra l’aumento dei rendimenti sui titoli di Stato USA, con le posizioni short degli hedge fund che hanno raggiunto livelli record. Tuttavia, nonostante gli operatori siano col fiato sospeso in attesa dei prossimi sviluppi, un default vero e proprio appare fuori discussione. È probabile che prima della scadenza del 1° giugno sarà difficile trovare un compromesso, ma il Congresso potrebbe votare per la sospensione temporanea del tetto del debito, magari fino alla fine di settembre, in occasione della legge di bilancio.
“Si possono vedere i contorni dell’accordo abbastanza facilmente: è solo una questione di copertura politica”, ha affermato Libby Cantrill, amministratore delegato di PIMCO. “Washington sta cercando di rendere vere due cose che si escludono a vicenda. Penso che probabilmente l’accordo si possa fare”. Anche il leggendario investitore Warren Buffett è convinto che alla fine l’accordo si farà. Interrogato sull’argomento durante l’incontro annuale con gli azionisti di sabato scorso, il fondatore di Berkshire Hathaway ha affermato che “il tetto al debito verrà aumentato”.