L’acquisizione di Twitter per 44 miliardi da parte di Elon Musk probabilmente passerà alla storia per la più grande operazione di leveraged buyout che si sia mai vista. Si sono spese molte parole su come il numero uno di Tesla avrebbe raccolto il capitale sufficiente per avviare l’operazione, suscitando lo scetticismo di molti critici. Ancora una volta però l’enfant prodige ha stupito tutti, sfornando per ora una lista di 19 finanziatori che saranno della partita. Tutti insieme metteranno 7,14 miliardi di dollari, che costituiranno una parte dei 25,5 miliardi di dollari con cui sarà sostenuto l’acquisto con capitale di terzi, mentre 21 miliardi di dollari saranno sborsati da fondi propri.
Inizialmente Musk ha bussato alla porta delle società di private equity, ma non ha avuto accesso. Tutte quante hanno sollevato dubbi su come effettivamente l’uomo più ricco del mondo avrebbe potuto rivoluzionare la piattaforma di Twitter. Inoltre, sono state scoraggiate dalla presa di coscienza che non avrebbero potuto esercitare una reale influenza sul business man. L’unica eccezione è stata quella di Brookfield Asset Management, che investirà 250 milioni di dollari. Il gruppo canadese è già in affari con Musk, in un progetto di costruzione di un complesso residenziale in Texas che realizzerà insieme alla divisione di Tesla, Tesla Energy.
Trovando resistenza da parte degli altri fondi di private equity, il 50enne di origine sudafricana ha deciso di rivolgersi agli amici di lunga data, che si sono mostrati entusiasti a collaborare con un soggetto dotato di spiccata personalità, con un track record alle spalle di tutto rispetto e che ha fatto guadagnare parecchi soldi.
Twitter: l’elenco dei sostenitori di Musk
Ma chi sono i sostenitori di Musk nell’impresa Twitter che hanno aperto i loro portafogli? Si tratta di figure le più disparate a Wall Street. Chi ha firmato l’assegno più grande, sborsando 1 miliardo di dollari, è stato Larry Ellison, co-fondatore di Oracle e facente parte del Consiglio di Amministrazione di Tesla. Ellison ha una quota dell’1,5% nel produttore di auto elettriche, che ha fruttato sinora 10 miliardi di dollari.
La società di venture capital Sequoia e la società d’investimento Vy Capital hanno conferito rispettivamente 800 e 700 milioni di dollari. Il più grande exchange del mondo, Binance, ha impegnato 500 milioni di dollari, firmando in pratica un assegno in bianco. Infatti, l’Amministratore Delegato dell’azienda Chanapeng Zhao ha affermato che l’investimento è un atto di fiducia nei confronti del personaggio Musk, unito all’allineamento con i suoi obiettivi filosofici per Twitter e al desiderio di inserire nella piattaforma la tecnologia crittografica.
Un altro partecipante che si è basato sulla fiducia è l’azienda statunitense di venture capitale, Andreessen Horowitz, con il suo co-fondatore, Ben Horowitz, che ha dichiarato come la società abbia investito nel progetto perché crede nella genialità di Musk. Una quota più ridotta, che ammonta a 100 milioni di dollari, sarà messa dal gestore del fondo Baron Capital Management, Ron Baron. Da quando ha sostenuto la prima volta Tesla nel 2014, il fondo ha guadagnato più di 7 miliardi di dollari e questo potrebbe anche essere visto come un atto di riconoscenza.