Stabili ma sotto lo zero le vendite al dettaglio nel mese di novembre. Buona la performance della grande distribuzione e del commercio online
In lieve calo le vendite al dettaglio in Italia nel mese di novembre, confermando la dinamica tendenziale positiva per il sesto mese consecutivo. Pochi settori, però, beneficiano dei rialzi, in particolar modo la grande distribuzione e il commercio elettronico, mentre continuano a mostrare debolezza i canali distributivi tradizionali. Buon impulso proviene dalle vendite online, anche se più contenuto rispetto al 2018, grazie soprattutto al Black Friday di fine novembre, ormai diventato un imperdibile appuntamento per i fedeli dello shopping virtuale.
L’Istat sottolinea che a novembre si è verificato un calo congiunturale dello 0,2 per cento sulle vendite al dettaglio e dello 0,3 per cento in termini di volume. Rimangono invariate in valore quelle dei beni alimentari (che diminuiscono però in termini di volume dello 0,2 per cento), mentre si contraggono quelle dei beni non alimentari (-0,3% in valore e -0,4% in volume). Il settore alimentare registra vendite in crescita del 2,2 per cento su base annua (+1,4 volume), mentre è fermo a zero quello non alimentare, per un saldo complessivo dello 0,9 per cento rispetto allo scorso anno.
Settori in miglioramento e peggioramento
Tra i beni non alimentari, i settori più proficui sono la profumeria, cura della persona (+3,8 per cento), mobili, articoli tessili, arredamento (+2,2 per cento), giochi, giocattoli, sport e campeggio (+1,3 per cento). Le flessioni più marcate si evidenziano, invece, per i prodotti farmaceutici (-2,7 per cento) e foto-ottica e pellicole, supporti magnetici, strumenti musicali (-1,2 per cento).
Nel confronto con il trimestre precedente (giugno-luglio-agosto), le vendite al dettaglio sono diminuite dello 0,1 per cento, sia in valore sia in volume, colpiti soprattutto i beni non alimentari (-0,1 in valore e -0,2 in volume).
Canali distributivi
Buone notizie per la grande distribuzione, il cui valore delle vendite aumenta del 3,3 per cento, mentre risultano penalizzate le imprese operanti su piccole superfici (-1,4 per cento).