L’agenda Draghi è l’ultimo colpo di coda di un Governo nel mezzo di una crisi pazza in un’estate rovente, mentre la classe politica è concentrata sulle imminenti elezioni al cospetto di un popolo sempre più disinteressato. Mario Draghi è ancora il Presidente del Consiglio, sebbene ormai depotenziato di molte sue funzioni. Non abbastanza però da impedirgli di stilare quella che l’ex-BCE chiama un’agenda fatta di credibilità, per rispondere ai numerosi problemi che ancora galleggiano nel nostro Paese e per rispettare gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
L’agenda Draghi emerge nell’ambito della conferenza stampa che il Capo del Governo effettua insieme al Ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco, al Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani e al Sottosegretario Roberto Garofoli, a seguito del via libera del Consiglio dei Ministri al Decreto Aiuti Bis. “È difficile dire che esiste un’agenda. Se devo proprio pensare a un’agenda, allora questa di cosa è fatta? Prima di tutto di risposte pronte ai problemi che si presentano, quindi la risposta pronta all’emergenza del Covid, la risposta pronta nel consegnare il PNRR e nel conseguire tutti gli obiettivi finora. E vorrei veramente riuscire ad arrivare a dare al Governo successivo anche il conseguimento di tutti gli obiettivi per quest’anno”, ha affermato Draghi.
Agenda Draghi: i punti principali
Entriamo quindi nel dettaglio, cercando di scoprire quali sono i punti salienti dell’agenda Draghi che farà da sfondo alle vicende politiche del Paese, accompagnando la campagna elettorale che condurrà alle elezioni del 25 settembre.
Energia
Il tema dei costi energetici è uno di quelli che tiene banco in questo momento storico, perché tutte le famiglie e imprese ne sono coinvolte direttamente. In modo speciale nasce l’esigenza di proteggere le categorie più deboli dal rincaro delle bollette. I canali attraverso cui agire sono diversi. Riguardo l’aspetto reddituale occorre operare attraverso la riduzione del cuneo fiscale, il rinnovo dei contratti collettivi, per arrivare al salario minimo. Sul fronte strettamente energetico bisogna puntare sulle rinnovabili, costruendo altri impianti entro il 2030 e ultimando il rigassificatore di Piombino entro la primavera 2023. L’obiettivo è quello di contenere i costi dell’energia, ma allo stesso tempo di dare la possibilità alle famiglie di farvi fronte attraverso la leva del reddito.
Codice degli appalti
Il codice degli appalti è una serie di norme che disciplina i contratti della pubblica amministrazione riguardo le opere pubbliche e i servizi per raggiungere i fini istituzionali dello Stato. L’obiettivo di Draghi era riformare il codice prima dell’estate, ma si è sistematicamente impantanato tra faide politiche interne alla maggioranza e contestazioni generali da parte delle Associazioni di categoria.
Reddito di cittadinanza
Altro tema bollente. Il Movimento 5 stelle si è schierato a protezione, avendolo portato avanti per anni come cavallo di battaglia. L’agenda Draghi vorrebbe modificarlo, cercando di curarne le distorsioni. Il punto di divisione è sempre lo stesso: le persone che percepiscono il reddito non lavorano perché gli stipendi sono troppo bassi oppure perché preferiscono il sussidio e nel frattempo entrare nel mercato nero? Dipanare questa matassa non è facile, anche perché bisogna capire come intervenire per fare in modo che la macchina funzioni al meglio.
Superbonus
Il Superbonus o Bonus 110% consiste in una detrazione fiscale delle spese sostenute per migliorare l’efficientamento energetico e/o sismico degli immobili in proprietà o in uso. Il punto è che il carico nei confronti dello Stato è enorme. Al 31 luglio le detrazioni sono state di 39,75 miliardi, secondo le tabelle aggiornate dell’ENEA. L’agenda Draghi prevede un rimaneggiamento del Superbonus.
Guerra Russia-Ucraina
Draghi ha sempre confermato la posizione dell’Italia a supporto di Kiev nell’ambito della guerra Russia-Ucraina, cercando di mantenere costante l’impegno per la pace. Tuttavia, il posizionamento dell’Italia in Europa e nella Nato è indiscutibile e qualunque vento contrario dalla classe politica che spingeva per defilarsi dagli aiuti militari è sempre stato respinto al mittente.
Tassazione
L’argomento della tassazione è un altro campo minato. Draghi vorrebbe attuare una riforma che arrivi al superamento dell’IRAP, alla razionalizzazione dell’IVA, alla riduzione delle aliquote IRPEF per i redditi meno alti e al taglio del cuneo fiscale. La domanda è la stessa però che riecheggia da tanti anni e che ha poi portato i Primi Ministri che si sono succeduti a tradire sistematicamente le attese, ovvero: da dove si prendono le risorse?
Riforma della giustizia
La riforma della giustizia dell’agenda Draghi passa attraverso la riforma Cartabia. Quindi una nuova normativa che garantisca lo sconto delle pene fino a quattro anni, avvalorando l’istituto della “messa alla prova”, in vigore dal 2014, e che consente all’imputato di svolgere lavori di pubblica utilità evitando il processo.