La Cina prova a rinvigorire il settore delle auto elettriche estendendo gli incentivi fiscali fino al 2027. Il governo investirà 520 miliardi di yuan, pari a 72,3 miliardi di dollari, nei prossimi quattro anni, con vantaggi economici per i consumatori che acquistano veicoli green. Attualmente, è in vigore un’imposta del 10% sulle vendite di auto nuove, che dal 2014 non si applica ai veicoli che utilizzano le energie pulite, comprendenti auto elettriche e ibride plug-in. La scadenza degli stimoli doveva essere il 31 dicembre 2023, ma ora vi è stato un allungamento alla fine del 2025 per le auto con prezzo inferiore a 300 mila yuan che non possono eccedere i nove passeggeri a bordo, e alla fine del 2027 per i mezzi che costano meno di 150 mila yuan.
“Anche se la Cina ha raggiunto dei risultati nell’industria dei veicoli a che utilizzano le nuove energie, il settore ha ancora problemi, tra cui la disponibilità insufficiente di tecnologie critiche e uno sviluppo irregolare” ha affermato Xin Guobin, un funzionario del Ministero dell’Industria e dell’Information Technology.
Auto elettriche: il declino della Cina
Le autorità cinesi cercano di affrontare un problema che preoccupa molto le autorità de paese, ossia il rallentamento in un settore che negli anni è diventato il più grande al mondo proprio grazie agli incentivi statali. Secondo i dati forniti da China Passenger Car Association, in Cina nel 2022 sono stati venduti quasi 5,67 milioni di auto green, in aumento del 90% sul 2021 e a seguito di un decennio di generosi sussidi agli acquirenti e alle case automobilistiche.
Ora però le consegne stanno diminuendo, mentre il governo taglia il sostegno e l’economia del paese fatica a riprendersi dopo la riapertura della attività post-Covid. Nei primi cinque mesi di questo 2023, le vendite dei veicoli a nuova energia sono cresciute solamente del 41%, a fronte di un balzo del 120% nello stesso periodo dell’anno scorso. L’aspetto più inquietante è che il calo è arrivato nonostante la riduzione generalizzata dei prezzi delle auto innescata dalle mosse di Tesla.
Tutto questo comporta alla fine l’uscita di molti competitor dal mercato, soprattutto di quelli di piccole dimensioni e che hanno scarsa capacità di sostenere i margini. Xin ha detto che la spinta verso il consolidamento alla fine produrrà l’effetto di creare marchi cinesi più competitivi a livello internazionale, soprattutto in un momento in cui le tensioni geopolitiche con l’Occidente stanno facendo danni alla catena di approvvigionamento. “Dovremmo lavorare insieme per mantenere la stabilità delle catene di approvvigionamento. Le aziende automobilistiche di diversi paesi possono cooperare per creare un sistema efficiente” ha detto.
Un tema che in questo momento viene affrontato in Cina è quello delle zone rurali, dove i veicoli a nuova energia lo scorso anno hanno rappresentato appena il 4% delle vendite totali di auto nuove, a fronte di un 25,6% relativamente alle vendite a livello nazionale.I funzionari del governo hanno rinnovato il loro impegno a costruire maggiori reti di ricarica e promuovere le vendite delle auto elettriche nelle aree della Cina più depresse.
La reazione in Borsa
Le azioni delle case automobilistiche cinesi che producono veicoli elettrici hanno accolto inizialmente con entusiasmo la notizia, salendo dopo l’annuncio. Tuttavia, l’euforia si è stemperata verso la fine delle contrattazioni della seduta di stanotte. Xpeng ha concluso a Hong Kong con un profitto del 2,23% a 43,50 HKD; NIO ha registrato un rialzo del 3,97% a 73,35 HKD; Li Auto è salita del 2,18% a 136,20 HKD; mentre BYD ha terminato le contrattazioni con un attivo dello 0,61% a 264,20 HKD.
“L’estensione di altri quattro anni dei sussidi ha battuto le aspettative del mercato”, ha dichiarato Cui Dongshu, segretario generale della China Passenger Car Association. Secondo Susan Zou, vice presidente della società di ricerca Rystad Energy, tutto ciò “aiuterà la crescita dei veicoli elettrici in Cina, che aumenteranno del 30% nel 2024 dal 15% stimato quest’anno”.