Le azioni indiane registreranno una grande crescita nei prossimi anni secondo gli analisti di JP Morgan Chase. La banca d’investimento americana prevede che dal 2024 il mercato azionario della terza economia asiatica vedrà una raccolta di almeno 30 miliardi di dollari all’anno. La ragione è legata al fatto che “i proprietari di società indiane sono desiderosi di racimolare fondi per effettuare altri investimenti” mentre “la domanda dei gestori patrimoniali locali e degli investitori stranieri sta guidando le vendite di azioni al mercato”. Sulla base dei dati rilasciati da Bloomberg, nel 2023 sono stati raccolti oltre 10 miliardi di dollari dalla vendita di azioni di società quotate in India, con JP Morgan che è risultato il top manager delle offerte nei primi otto mesi dell’anno.
IPO indiane in controtendenza
Le IPO indiane invece hanno subito un brusco rallentamento, riflettendo il calo a livello globale dovuto a tassi d’interesse più alti e alle aspettative di una recessione economica. Da inizio 2023, la raccolta delle offerte pubbliche iniziali si è attestata a circa 3,2 miliardi di dollari, mentre nello stesso periodo dello scorso anno vi era stato un afflusso di 5,5 miliardi di dollari. L’ultima quotazione di rilievo è stata quella di Life Insurance Corp. of India, che nel maggio del 2022 ha effettuato un’IPO da 2,7 miliardi di dollari. JP Morgan prevede che dopo le elezioni federali che si terranno tra aprile e maggio, almeno un paio di aziende da oltre 1 miliardo di dollari potrebbero diventare pubbliche, specialmente nei settori dei beni di consumo, della tecnologia e dei servizi finanziari.
Azioni indiane: JP Morgan, la debolezza cinese la chiave per il successo
Dall’inizio dell’anno gli indici borsistici indiani hanno realizzato delle ottime performance, sospinti dai solidi utili societari e da una robusta crescita economica del paese. Il Nifty Smallcap Index e il Nifty Midcap Index sono saliti di circa il 30%, mentre l’indice di riferimento NSE Nifty 50 è aumentato di oltre l’11%, battendo di almeno sei punti percentuali gli indicatori più ampi dei titoli asiatici e dei mercati emergenti. Nel frattempo, i fondi globali hanno accumulato circa 17 miliardi di dollari netti in azioni indiane.
Gli investitori sono attirati da un altro aspetto che potrà essere decisivo per il futuro, ovvero la persistente debolezza della Cina. Molti operatori stanno uscendo dai mercati della Repubblica Popolare dopo che l’economia della nazione ha deluso dando evidenti segnali di difficoltà. La riapertura delle attività dopo i blocchi Covid-19 del 2022 non ha sortito gli effetti sperati e ora le preoccupazioni sulla crescita per quest’anno e il prossimo sono aumentate. “A causa della recente debolezza dei dati economici cinesi, molti gestori di fondi emergenti globali sono sottopesati sulla Cina e l’India ne sta beneficiando” hanno concluso da JP Morgan.