Guadagnano i titoli petroliferi a Piazza Affari. Oro ancora in area 1.500 dollari l’oncia, risale il Btp
Era l’8% appena una settimana fa. Adesso, le probabilità di un taglio del costo del denaro di 75 punti base da parte della Fed entro la fine dell’anno, secondo gli investitori, sono salite al 60%. Per i mercati l’economia globale è in caduta libera. L’oro ha raggiunto i 1.500 dollari l’oncia, i rendimenti americani hanno raggiunto i minimi mentre il Bund viaggia sui livelli record negativi ormai da più di due mesi. A tenere sotto scacco le aspettative di analisti e operatori la guerra commerciale tra Usa e Cina, con la sensazione sempre più forte che Pechino abbia deciso di rinviare ogni accordo a metà 2020, quando si terranno le nuove elezioni americane. Di contro, Donald Trump sta dimostrando ogni giorno di essere pronto a tutto per sostenere l’economia Usa, a partire proprio dalle pressioni sulla Fed: “Il problema degli Stati Uniti non è la Cina, ma la Federal Reserve” è uno dei suoi ultimi tweet. In questo contesto, le borse europee si mantengono positive dopo il rimbalzo di ieri, sostenute dalla buona chiusura dei mercati asiatici, in scia ai convincenti dati macro del Dragone. Il Dollaro resta debole, l’indice rimane in area 97 punti mentre l’Euro continua ad apprezzarsi. Anche il petrolio prova a risollevarsi dopo i minimi dai primi di gennaio raggiunti ieri a 50,55 dollari al barile. In rialzo anche il rendimento del Btp decennale italiano, sotto pressione per una crisi di governo ormai conclamata.
“Three more Central Banks cut rates.” Our problem is not China – We are stronger than ever, money is pouring into the U.S. while China is losing companies by the thousands to other countries, and their currency is under siege – Our problem is a Federal Reserve that is too…..
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) August 7, 2019
EQUITY
Dax 11.726 (+0,66%)
Sembra passato il peggio a Francoforte, dopo aver raggiunto e poi sfondato i minimi del 3 giugno nelle prime tre sedute della settimana scivolando sotto quota 11.600 complici i dati allarmanti sulla produzione industriale che fanno presagire una recessione economica anche per la locomotiva d’Europa. Se i guadagni di questa mattina dovessero consolidarsi verrebbe a generarsi un nuovo impulso rialzista.
Ftse Mib 20.675 (+0,66%)
Avanza a braccetto con quello tedesco l’indice milanese, ieri l’unico sotto la parità delle principali borse europee complice la trimestrale complicata di Unicredit. Con il via libera alla Tav corre Buzzi Unicem (cemento). Acquisti anche su Saipem e in generale gli energetici approfittando del tentativo di rimbalzo del prezzo del greggio. Piazza Affari rimane lontana dai minimi del 3 giugno e cerca di interrompere la serie negativa di quattro sedute in rosso consecutive.
Cac 40 5.318 (+0,98%)
Dopo lo scivolone a 70 punti dai minimi del 3 giugno, l’indice di Parigi ritrova forza, raggiungendo i massimi della settimana, Renault alla quarta seduta positiva consecutiva, ancora in scia alle rinnovate speranze di una riapertura delle trattative con Fca.
Ibex 8.814 (+0,74%)
Unica tra le borse europee già sprofondato oltre i minimi del 3 giugno, resta positiva grazie alle buone notizie dalla produzione industriale spagnola su base annuale: il +1,8% di giugno è superiore allo 0,8% atteso e all’1,4% rilevato il mese precedente. L’indice macro pareggia così la miglior performance degli ultimi cinque mesi. Non si attenua l’instabilità politica: ieri il premier Sanchez è andato a trovare il re Felipe in vacanza a Maiorca ma il tempo stringe. Il governo stringe: entro il 23 settembre deve riuscire a formare un esecutivo, e l’alleanza con la sinistra di Podemos è sempre più lontana. Tra le parti la sfiducia è reciproca. Tornare alle urne, d’altra parte, non conviene a nessuno, specie per Podemos, in calo nei sondaggi.
VALUTE
Il dollaro resta debole, complici le aspettative sulla Fed che crescono per un ulteriore taglio del costo del denaro. l’Euro è stabile a 1,1215. Sterlina ancora sui livelli massimi dell’anno a 0,92, Franco Svizzero stabile ai minimi dal 2017.
Euro / Dollaro 1,1214 (+0,14%). Euro / Sterlina 0,9214 (-0,07%). Euro / Franco Svizzero 1,093 (+0,09%).
COMMODITY
Il prezzo del petrolio cerca il rimbalzo sostenuto dalla dichiarazione dell’Arabia Saudita, pronta a tutto per sostenere l’oro nero dopo il crollo di ieri a ridosso dei 50 dollari al barile, complici i dati poco confortanti sulle scorte, aumentate a 2,385 milioni di barili a fronte di un attesa pari a -2,845 milioni e ai -8,496 milioni della settimana precedente.
Oro ancora in area 1.500 dollari l’oncia. Da non dimenticare le previsioni di Merrill Lynch, secondo cui il prezzo del metallo giallo potrebbe raggiungere quota 2.000 entro la metà del 2020. Rame in lieve ripresa, raggiunge i massimi della settimana in quella che è la terza seduta positiva consecutiva: il metallo rosso scambia a 2,58 dollari per libbra.
TASSI D’INTERESSE
Bund tedesco stabile, a 0,56% dopo aver sfiorato ieri il -0,6%. Con lo spread in rialzo, complice la crisi di governo in via di sviluppo, anche il Btp decennale si riporta a ridosso dell’1,5%, dopo i minimi di ieri dal 2016 a 1,37%.