I buyback a Wall Street non hanno alcuna intenzione di fermarsi in questo 2023, con annunci record da parte delle grandi società. Secondo un’analisi realizzata da JP Morgan, quest’anno le aziende statunitensi hanno impegnato 261 miliardi di dollari in riacquisti di azioni proprie, sebbene oltre i due terzi appartengano a cinque società: Chevron (75 miliardi di dollari), MetaPlatforms (40 miliardi), Goldman Sachs (30 miliardi), Booking Holdings (20 miliardi) e Salesforce (20 miliardi). Considerando gli ultimi 12 mesi, gli annunci di buyback hanno totalizzato 853 miliardi di dollari, poco sotto al picco di 1.000 miliardi di dollari di maggio 2019.
Wall Street: ecco perché vengono eseguiti i buyback
I motivi per cui le aziende stanno ricorrendo a questa misura sono sostanzialmente due. In primo luogo perché dotate di un flusso di cassa forte che permette di avere la liquidità sufficiente per remunerare gli azionisti, senza l’impegno fisso dei dividendi. E poi perché il crollo delle azioni sul mercato durante il 2022 ha reso i prezzi interessanti per i riacquisti da parte delle società.
Vi sono però in questo momento due venti contrari che possono impattare negativamente su questa operazione aziendale. In primis la possibilità che sopraggiunga una recessione che prosciughi le casse delle aziende, le quali a quel punto potrebbero pentirsi di non aver risparmiato liquidità invece destinata ai buyback. Questa è un’eventualità che si fa sempre più concreta dal momento che la Federal Reserve è intenzionata a inasprire nuovamente la sua politica monetaria dopo un breve periodo di tregua. In secondo luogo un’eventuale tassa del 4% sui riacquisti proposta dal presidente USA Joe Biden rispetto all’1% attuale. La Casa Bianca non ha mai nascosto la sua insofferenza nei confronti dei buyback, in quanto vorrebbe che le risorse venissero investite maggiormente per far crescere l’azienda e dare occupazione al Paese.
Dove investire sfruttando i riacquisti
Considerato che i flussi di cassa aziendali sono previsti robusti e che la proposta di Biden farà fatica a vedere la luce, gli analisti si aspettano che i buyback rimangano forti quest’anno. Secondo Howard Silverblatt, analista senior di S&P Global, i riacquisti potrebbero chiudere in rialzo rispetto allo scorso anno e avvicinarsi a 1.000 miliardi di dollari. Questa certamente sarebbe un’ottima notizia per le azioni. I buyback infatti fanno crescere l’utile per azione in quanto diminuiscono il numero di titoli in circolazione. Questo rende più interessante la partecipazione in un’azienda, perché a ogni singolo socio (che non vende le proprie quote) spetta una fetta sui guadagni aziendali maggiore.
Al fine di sfruttare tale tendenza, un’opportunità è rappresentata dall’ETF Invesco BuyBack Achievers, che replica le società statunitensi che riacquistano il 5% delle azioni totali in circolazione negli ultimi 12 mesi. Tra le principali partecipazioni del fondo figura il gigante dei cavi Comcast, che dal quarto trimestre 2022 ha un piano di buyback di 14 miliardi di dollari da eseguire in questo 2023. L’operazione ammonterebbe a circa il 9% della sua capitalizzazione di mercato e potrebbe dare smalto alle azioni. Il titolo al NASDAQ infatti ha perso circa il 22% negli ultimi 12 mesi e ora scambia a soli 9,7 volte gli utili attesi, al di sotto della media di 16,1 degli ultimi cinque anni.