Un’accelerazione che non ha sorpreso gli analisti. Ma resta un’accelerazione che spaventa. L’ufficio nazionale di statistica di Pechino ha comunicato i prezzi al consumo del mese di maggio in Cina. Sono aumentati del 2,7% su base annua: è il tasso più alto da febbraio 2018, record degli ultimi 15 mesi, oltre a esser salito dello 0,2% rispetto al precedente. Continua a crescere dunque l’inflazione nel colosso asiatico (stabile la variazione su base mensile). In particolare il costo del cibo è schizzato ai massimi dal 2012,tra cui la carne suina, +8% rispetto all’anno scorso. A conferma del rialzo dell’inflazione la variazione dell’indice dei prezzi alla produzione, aumentato su base annua dello 0,6%, in linea con le stime, seppur meno rispetto al +0,9% di aprile.
source: tradingeconomics.com
LA REAZIONE DEL MERCATO
Numeri che nella notte hanno gelato i mercati asiatici, tutti negativi in chiusura: l’indice Hang Seng ha chiuso a -1,8%, scontando anche la protesta di migliaia di persone che hanno circordato il Parlamento nel giorno in cui sarebbe dovuta approdare in aula la legge sulle estradizioni in Cina. Il parlamento di Hong Kong ha rinviato però, proprio a causa dei disordini sociali, l’inizio dell’ esame della legge. Il Nikkei 225 di Tokyo ha perso lo 0,35%. Segno meno anche per Shanghai, -0,36% e Seoul -0,3%.
ANALISI STORICA
Non solo è il più forte rialzo dei prezzi al consumo degli ultimi quindici mesi, ma è anche il secondo più alto degli ultimi cinque anni, inferiore sempre e solo al 2,9 dello scorso mese di febbraio. Stesso mese, ma del 2017, l’aumento più debole: +0,8%. Il tasso di inflazione in Cina è salito in media del 5,16% dal 1986 al 2019, raggiungendo il massimo storico del 28,4% all’inizio del 1989, e il minimo storico del -2,2% ad aprile ’99.
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