Le azioni del Credit Suisse oggi hanno chiuso in deciso rialzo alla Borsa di Zurigo (+4,5%), dopo che la società ha svelato i dettagli dell’aumento di capitale da 4 miliardi di franchi. Il piano di ristrutturazione aziendale della seconda banca svizzera si è reso necessario per rimettere in sesto i conti, messi sotto forte pressione da alcuni scandali finanziari, tra cui la disfatta della società d’investimento Archegos e l’insolvenza della società di servizi finanziari britannica Greensill Capital. A causa di tali vicende, quest’anno le azioni in Borsa hanno perso oltre metà del loro valore, con una capitalizzazione che attualmente è un terzo rispetto al valore di mercato di oltre 30 miliardi di franchi del marzo 2021. Il rilancio dell’azienda passa anche attraverso il taglio di migliaia di posti di lavoro e la vendita di alcuni asset societari.
Credit Suisse: come avverrà la ricapitalizzazione
Oggi l’istituto di credito elvetico ha confermato la ricapitalizzazione e delineato i dettagli dell’operazione. L’aumento di capitale avverrà in due fasi. La prima sarà rivolta agli azionisti qualificati, che si sono impegnati ad acquistare 462 milioni di nuove azioni al prezzo di 3,82 franchi ciascuna, corrispondente al 94% del prezzo di riferimento di 4,07 franchi, ossia del prezzo medio ponderato per il volume delle azioni di Credit Suisse il 27 e 28 ottobre. L’introito complessivo atteso è di 1,76 miliardi di franchi. Tali investitori hanno assunto l’obbligo di non rivendere le nuove azioni prima della data prevista per il regolamento.
La seconda fase è riservata agli attuali azionisti, che avranno diritto di prelazione su 889,3 milioni di azioni a 2,52 franchi ciascuna. L’incasso previsto in questo caso sarà di 2,24 miliardi di franchi, che porterà il totale a 4 miliardi. La banca ha affermato che il titolare delle azioni ha diritto ad acquistare due nuove azioni con uno sconto del 32% sul prezzo di riferimento.
Le condizioni definitive dell’emissione saranno comunicate il 24 novembre, ovvero il giorno successivo all’approvazione da parte dell’assemblea straordinaria. Se gli azionisti respingeranno il piano di capitalizzazione, la raccolta dei 4 miliardi di franchi previsti sarà effettuata attraverso l’emissione di 1,8 miliardi di nuove azioni al prezzo di offerta di 2,27 franchi per azione.
Credit Suisse ha dichiarato che agirà come proprio coordinatore globale per l’offerta di diritti, mentre Deutsche Bank, Morgan Stanley, RBC Capital Markets e Société Générale saranno joint lead manager e joint bookrunner. ABN AMRO in collaborazione con ODDO BHF SCA, Banco Santander, Bank of America, Barclays, BNP Paribas, Citi, Commerzbank, Crédit Agricole CIB, Goldman Sachs International, ING, Intesa Sanpaolo, Keefe, Bruyette & Woods, Mediobanca, SMBC Nikko Capital Markets, Wells Fargo Securities International opereranno in qualità di joint bookrunners.
Saudi National Bank diventerà secondo azionista
Tra gli investitori qualificati di Credit Suisse emerge l’istituto bancario saudita Saudi National Bank (SNB), che acquisterà oltre 307,5 milioni di azioni per 1,5 miliardi di dollari. L’investimento permetterà all’istituto di credito di proprietà del Governo saudita di detenere il 9,9% del capitale azionario della banca guidata da Ulrich Koerner, diventandone così il secondo maggiore azionista dopo Harris Associates. Il Presidente della SNB, Ammar Alkhudairy ha dichiarato che il prezzo di acquisizione non rispecchia il valore reale della banca, che in questo momento “è scambiato a meno di un quarto del valore contabile tangibile”. Il leader ritiene che il Credit Suisse debba tornare a una “posizione molto stabile e conservatrice”; per questo occorre una “rapida revisione”.
Tuttavia, Alkhudairy ha precisato che non ci sarà alcuna interferenza della Saudi National Bank nella gestione dell’istituto di credito con sede a Zurigo. “Sosterremo la banca come azionista considerevole e non vi è in alcun modo intenzione di interferire nella gestione o di partecipare alla gestione”, ha detto. “Voglio essere chiaro, questo è un investimento finanziario, il 9,9% è stato molto ben misurato, perché una volta arrivati al 10% ci sono tutta una serie di problemi normativi e contabili, che sentivamo di non voler affrontare. Non abbiamo posti nel Consiglio di Amministrazione per ora e non vogliamo detenerne in maniera diretta”, ha concluso.