A Dubai è nato il fondo di criptovalute Nine Blocks Capital Management. A crearlo è Henri Arslanian, ex capo di PwC, che ha lasciato il suo ruolo in azienda per gettarsi in questa nuova missione. Il fondo avrà in dotazione 75 milioni di dollari dal suo principale sostenitore e azionista, l’hedge fund con sede a Hong Kong, Nine Masts Capital. Il veicolo è registrato presso l’Autorità monetaria delle Isole Cayman e ha ricevuto l’approvazione provvisoria dall’Autorità di regolamentazione delle risorse virtuali di Dubai.
L’obiettivo è quello di creare la principale società di gestione di criptoasset di livello istituzionale al mondo, secondo una dichiarazione del fondo che annuncia il suo lancio. Questa inoltre rivela che “il fondo si concentrerà sulla generazione di alfa da inefficienze nei mercati delle criptovalute”. Arslanian non si è detto preoccupato per il crollo degli assets digitali in questi mesi che ha portato al collasso alcuni grandi investitori come Three Arrows Capital Management, nonché il prestatore Celsius e l’exchange Voyager Digital. Anzi, ritiene che le condizioni di mercato attuali siano l’occasione ideale per costruire un nuovo business di livello istituzionale.
Criptovalute: perché è stata scelta Dubai per la creazione del fondo
Arslanian ha comunicato di essersi già trasferito nella città degli Emirati Arabi, sebbene svolgerà comunque attività di consulente senior presso PwC. La città di Dubai è stata scelta in quanto negli ultimi tempi si è posta come un luogo in cui la crittografia sta avanzando a grandi passi, mentre altri hub come Singapore e Hong Kong stanno perdendo smalto a causa delle turbolenze che hanno investito il settore delle criptovalute e per via dei fallimenti aziendali che ne sono derivati. Arslanian ha affermato che Dubai rappresenta la soluzione più naturale, in quanto agevolata dai tempi stretti dell’approvazione normativa e dalla possibilità di viaggiare facilmente, cosa che non viene data a Hong Kong dove ancora vi sono in essere le misure di quarantena obbligatoria per chi proviene dall’estero.
Il settore delle criptovalute si preannuncia quindi fiorente a Dubai, visti certi presupposti. Alcuni interpreti crittografici hanno approfittato dell’accoglienza della città in questi ultimi tempi. Ad esempio, lo scorso anno l’exchange Binance ha ricevuto una Virtual Asset Licence dalle Authority, mentre il rivale FTX ha ottenuto l’autorizzazione a operare nel territorio giusto la settimana scorsa. Anche altre due società crittografiche, Komainu sostenuto da Nomura e CoinMENA, sono riuscite in questi ultimi due mesi a ottenere una licenza provvisoria. Carlton Lai, responsabile della ricerca blockchain e cripto presso Daiwa Capital Markets, ha affermato che oggi Dubai è la “destinazione più attraente per molte importanti aziende crittografiche, con una capacità di muoversi rapidamente per distribuire le licenze”.