Le preoccupazioni per la crisi immobiliare cinese sta aumentano ogni giorno di più. In Cina un altro sviluppatore ha mancato un pagamento su un prodotto di gestione patrimoniale in scadenza e rischia di sprofondare in una crisi di liquidità senza precedenti. Si tratta di Kaisa Group Holdings, classificato come il 25esimo gruppo immobiliare del Paese. In una nota, la società ha dichiarato che sta affrontando una situazione debitoria molto preoccupante a causa di un mercato immobiliare che si sta facendo sempre più impegnativo e di continui declassamenti del rating.
Questo quindi si aggiunge a un contesto generale che mostra un costante peggioramento dello stato di salute del settore, che in Cina vale 5.000 miliardi di dollari e che rappresenta il cuore pulsante di tutta l’economia del Dragone. Le Autorità di regolamentazione di Shenzen, dove si trova la sede di Kaisa, si riuniranno venerdì 5 novembre per affrontare la questione della liquidità dello sviluppatore ed eventualmente per fornire delle indicazioni sulle prossime mosse da adottare.
Kaisa: ecco come rischia il default
Al momento la situazione generale di Kaisa appare disperata e rischia di degenerare in un altro clamoroso default. La società emette Wealth Management Product, ovvero prodotti d’investimento garantiti dal sistema bancario ombra che permettono alla società di finanziarsi eludendo le restrizioni imposte dal Governo sui prestiti. L’alto rendimento di questi prodotti, definiti tossici da varie istituzioni, sta creando una situazione insostenibile.
I prossimi 12 mesi per Kaisa saranno di fuoco, con 3,2 miliardi di dollari in titoli senior offshore in scadenza. Ma i prossimi giorni potranno essere decisivi, dal momento che tra l’11 e il 12 novembre l’azienda dovrà rimborsare cedole per 59 milioni e il 7 dicembre pesa una spada di Damocle da 400 milioni di dollari.
Alcune indiscrezioni di stampa hanno riferito che per tamponare la situazione la società sta cercando acquirenti per l’unità di gestione immobiliare Kaisa Prosperity Holdings e altri siti residenziali. Le azioni dello sviluppatore nella Borsa di Hong Kong intanto stanno naufragando e in questo 2021 hanno già perso il 73% del loro valore. Non va meglio la situazione riguardo le obbligazioni, alcune delle quali hanno un rendimento di oltre il 1.000%.
Crisi immobiliare cinese: tremano le grandi città estere
In Cina insomma si sta verificando un vero e proprio crunch di liquidità. Evergrande la scorsa settimana per 2 volte di seguito è riuscita a evitare il default al fotofinish, ma ora è chiamata a una scadenza importante. Il 10 novembre infatti dovrà adempiere a un impegno da 148 milioni di dollari su obbligazioni che erano in scadenza l’11 ottobre e che hanno usufruito del periodo di grazia di 30 giorni.
Altri sviluppatori di minore dimensione si stanno arrabattando per cercare delle soluzioni diverse dall’insolvenza, come ad esempio Yango Group che ha raggiunto un accordo con gli investitori per estendere i pagamenti su titoli garantiti da alcuni assets aziendali.
Il problema è che la situazione debitoria dei gruppi immobiliari cinesi rischia di franare sul mercato delle case delle grandi città all’estero, dove gli sviluppatori hanno anche progetti in corso. In metropoli come Londra, New York e Sydney vi sono molti complessi residenziali nelle zone centrali che potrebbero subire una svalutazione significativa a seguito delle svendite necessarie per recuperare liquidità al fine di risanare i bilanci. Inoltre un default di alcune delle società immobiliari cinesi potrebbe avere un effetto tellurico per chi ha comprato appartamenti e uffici solo sulla carta e i lavori ancora non sono stati terminati.