Deflazione: cos'è, cause, effetti e soluzioni - Borsa&Finanza

Deflazione: cos’è, cause, effetti e soluzioni

Deflazione: cos'è, cause, effetti e soluzioni

Dopo la grande crisi del 2008, per oltre un decennio i principali Paesi a livello mondiale hanno dovuto combattere contro la scarsa crescita dei prezzi, determinata dal rallentamento dell’economia, mentre alcuni hanno subito gli effetti della deflazione. La situazione si è rovesciata completamente a partire dalla fine del 2021 con le problematiche alla catena degli approvvigionamenti post-Covid, inasprendosi con lo scoppio della guerra Russia-Ucraina che ha dato vita alla peggiore crisi energetica degli ultimi 40 anni. Il deficit dell’offerta ha caratterizzato un’inversione dei prezzi al consumo e l’inflazione ha fatto rivivere i momenti drammatici degli anni ’70, segnati da due violenti shock petroliferi.

In questo momento parlare di deflazione sembra un po’ anacronistico, ma alcuni grandi Paesi come il Giappone ne sono stati vittime per decenni, subendo un trauma da cui ancora oggi fanno fatica a riprendersi. Vediamo quindi la deflazione in cosa consiste effettivamente, cosa la determina, quali effetti ha sull’economia e le soluzioni che è possibile mettere in campo per combatterla.

 

Deflazione: definizione e caratteristiche

La deflazione non è altro che la riduzione dei prezzi di un indice rappresentativo di beni al consumo in un certo intervallo di tempo. Il concetto si distingue da quello della disinflazione che invece riguarda la diminuzione della crescita dell’inflazione. Se ad esempio a febbraio 2023 l’inflazione è del 3% e a febbraio 2022 era del 4%, in questo caso vi è una disinflazione perché i prezzi sono comunque cresciuti, anche se di meno, nell’arco di un anno. Qualora a febbraio 2023 l’inflazione fosse del -1%, si avrebbe una deflazione, perché i prezzi non solo non sarebbero cresciuti ma avrebbero subito una diminuzione su base annua. In sostanza, si ha deflazione quando l’indice dei prezzi al consumo finisce in territorio negativo.

 

Deflazione: cause

I motivi per cui in un Paese si possono determinare fenomeni deflazionistici sono diversi e fanno leva sia sul lato della domanda che su quello dell’offerta. Nel primo caso gioca un ruolo molto importante l’offerta di moneta da parte della Banca centrale. Quando si riduce la massa monetaria M2, relativa alla quantità di moneta in circolazione, ai conti bancari e ai fondi monetari liquidi, automaticamente si contrae la domanda di beni e servizi. Ciò accade perché famiglie e imprese hanno minore accesso al credito e quindi spendono e investono di meno restringendo l’economia. Di conseguenza, i prezzi tendono a diminuire.

Alla mossa di ridurre la quantità di moneta in circolazione, gli istituti centrali vi ricorrono quando l’economia è particolarmente riscaldata e quindi è necessario raffreddarla per evitare pericolose spirali inflazionistiche. Il caso del Giappone negli anni ’80 è emblematico, in quanto si creò un’enorme bolla immobiliare, che poi deflagrò dando vita a un lungo periodo di stagnazione dei prezzi e dei salari, portando le aziende a diminuire la produzione con la conseguente flessione dell’economia.

Sul lato dell’offerta, la deflazione prende forma quando si determinano eccessi per effetto della sovrabbondanza di materiali chiave per l’economia, ma anche allorché il progresso tecnologico fa aumentare la produttività delle imprese, le quali risparmiando sui costi di produzioni abbassano i prezzi ai consumatori finali.

 

Deflazione: effetti

Un’economia in deflazione è un segnale molto negativo e che richiede interventi immediati. Quando i prezzi scendono, soprattutto perché determinati da un calo della domanda, le imprese vedono i margini sui beni e servizi ridimensionarsi. Questo vuol dire che fanno più fatica a coprire i costi fissi e produrre reddito. Giocoforza, gli investimenti tendono a ridursi e gli azionisti a essere meno remunerati.

Gli effetti potrebbero ricondurre al taglio dei costi (soprattutto del personale), alla vendita di assets aziendali limitando le mire espansionistiche e in extrema ratio alla chiusura dell’attività. Se le persone non lavorano spendono di meno, portando a un ulteriore calo dei prezzi, fino a quando le autorità monetarie e fiscali non intervengono con misure di stimolo. Sul fronte creditizio l’effetto è deleterio per chi è indebitato, in quanto nel tempo il valore reale del denaro da restituire tende a crescere.

 

Le soluzioni

Le uniche misure per risollevare un Paese dalla stagnazione dei prezzi riguardano l’espansionismo monetario e fiscale. La Banca centrale può aumentare la massa monetaria in circolazione, acquistando titoli pubblici e privati dalle banche, per consentire loro di mettere più denaro nell’economia reale. Lo stesso effetto l’autorità monetaria lo raggiunge riducendo i tassi d’interesse per permettere alle imprese e alle famiglie di finanziare a condizioni più favorevoli gli investimenti e gli acquisti. Il governo può attuare delle agevolazioni fiscali mirate a lasciare maggiore denaro nelle tasche di tutti gli attori economici per incrementare la spesa di beni e servizi sul mercato, facendone salire i prezzi.

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Redazione

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