Ftse Mib ai minimi da febbraio. Spread a ridosso dei 290 punti. Salvini che sfida l’Europa. E forse una multa in arrivo per aver sforato i parametri europei sul debito. Le prime conseguenze al risultato del voto alle elezioni Europee sono sostanzialmente queste. E il M5S? Con un po’ di ritardo, ecco anche il “botto” pentastellato. La notizia è di stamattina. Dopo tanti rumors, complice una conferenza stampa post urne schivata e ovviamente un risultato elettorale che ha deluso ogni attesa grillina, con un consenso ben al di sotto del 20%, praticamente doppiato dalla Lega, Luigi Di Maio ha rotto il silenzio attraverso il blog ufficiale del Movimento Cinque Stelle. Mettendosi in discussione davanti a tutti gli iscritti, che dovranno decidere se riconoscere o meno in lui ancora il proprio capo politico.
“A VOI LA PAROLA”
“Prima di ogni altra decisione, oggi però ho anche io il diritto di sapere cosa ne pensate voi del mio operato. Voglio sentire la voce dei cittadini che mi hanno eletto capo politico qualche anno fa. Quindi a voi la parola. Chiedo di mettere al voto degli iscritti su Rousseau il mio ruolo di capo politico perché è giusto che siate voi ad esprimervi. Gli unici a cui devo rendere conto del mio operato. Sarà tutto il movimento 5 stelle a scegliere e lo farà domani, dalle 10 alle 20. Se il movimento rinnoverà la fiducia in me allora ci metteremo al lavoro per cambiare tante cose che non vanno. Io personalmente con ancora più impegno e dedizione”, questo è uno dei passaggi che si possono leggere all’interno del sito del Movimento Cinque Stelle.
“TROPPI INCARICHI”
Da quanto trapela, si tratta di una decisione presa a seguito delle molte critiche che gli sarebbero state rivolte dal partito stesso, perché “colpevole” di essere contemporaneamente capo politico, vicepresidente del Consiglio, ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico. Insomma, troppi incarichi, altresì detta troppa “generosità” secondo le parole del senatore del M5S Gianluigi Paragone.
LO SPETTRO DI RENZI
Una mossa, quella di Di Maio, che a qualcuno ricorda quello di Matteo Renzi quando aveva puntato tutto sul Referendum, che di fatto ha decretato la caduta del suo governo nel dicembre 2016 e più in generale quella della sua figura come leader del Partito Democratico. Con un paio di differenze: l’allora segretario del Pd aveva vinto due anni prima le elezioni europee con il 40% dei voti. Il M5S ne è appena uscito sconfitto, raccogliendo il 18%. Il referendum, inoltre, si era svolto alle urne. In questo caso verrà utilizzata invece la piattaforma Rousseau, che il garante della Privacy ha già multato perché giudicata “manipolabile, e quindi inaffidabile”.
LA REAZIONE DEI MERCATI
Intanto, come accennato, il Ftse Mib prosegue in perdita la seduta di stamattina, toccando il minimo degli ultimi tre mesi a 19.927, per un trend negativo avviato il 17 aprile scorso, dopo aver toccato il massimo dell’anno a 22.052, mentre lo spread, dopo un avvio in rialzo, si è riassestato sotto quota 280, a 278 punti base.