Eni si avvicina al test della trimestrale. Il titolo è penalizzato dal momento delicato in cui si trova il comparto petrolifero, colpito dal timore sul Coronavirus, ma resta in una zona di valore. Analisi e suggerimenti di Vontobel Certificati
Eni si avvicina al test della trimestrale con un quadro tecnico e fondamentale non favorevole. Se infatti il Coronavirus nel complesso non ha spaventato i mercati, sicuramente ha colpito il comparto petrolifero già in difficoltà. Dopo l’Opec infatti anche l’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) ha lanciato l’allarme sugli effetti del Coronavirus sul petrolio. L’agenzia con sede a Parigi ha tagliato le stime per il 2020 sulla domanda globale di 365 mila b/g, portandola a 825 mila b/g, il livello più basso dal 2011. L‘AIE ha registrato, inoltre, una diminuzione di 435.000 b/g* della domanda complessiva di petrolio nel trimestre in corso ed ha ricordato che la Cina ha rappresentato oltre i tre quarti della crescita della domanda di greggio nel 2019.
Il titolo Eni
Elementi che ovviamente non sono a favore dei titoli petroliferi come Eni. Il colosso italiano del petrolio arriva dunque al test del quarto trimestre, che sarà pubblicato il 28 febbraio, avendo già lasciato sul terreno da inizio anno circa il 7% e sottoperformando il Ftse Mib di oltre il 10%. Il mercato si attende un quarto quarter debole per Eni. Dinamica legata alle quotazioni del Brent nel periodo. Il prezzo medio del greggio infatti è stato pari a 62,4 dollari, contro i 68,6 dollari del quarto trimestre 2018 (-9%* su base annua). In particolare, il consensus (Fonte: Bloomberg) si attende EBIT adjusted a 2 miliardi, in calo del 30%* rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e redditività al 11,1% (-380 punti base). L’utile dovrebbe attestarsi a 792 milioni, in flessione del 45% su base annua. Gli analisti in ogni caso rimangono positivi sul titolo.
Cosa dicono gli esperti?
Di 32 esperti che seguono Eni, 17 sono Buy, 11 sono Hold, mentre solo 4 analisti consigliano di vendere. Il target price medio è pari a 16,46 euro, che implica un potenziale upside del 26% sui prezzi attuali. Sui multipli Eni appare a sconto rispetto ai principali Peer con EV/Ebitda 2020 a 3,9 volte (4,8 volte dei peer).
Il movimento di rimbalzo avviato sul minimo del 3 febbraio a 12,52 euro appare una fase di congestione che potrebbe aprire ad un ulteriore fase ribasso. Lo si vede bene dai volumi in contrazione nella fase di rimbalzo e da RSI che sul minimo su citato ha segnato un forte ipervenduto. Non si esclude dunque una ulteriore fase di ribasso verso 12,5 euro. In caso di break di tale livello Eni potrebbe marciare verso i 12 euro. Al rialzo, invece, si avrebbe un segnale positivo sul break di 13,1 euro e del livello del 50 su RSI. Ricordiamo, inoltre, che la fascia di prezzo compresa tra 12 e 13 euro rappresenta una zona di volare importante per Eni e dunque una zona di prezzo utile a posizionarsi sul titolo nel lungo corso.