Poco slancio per l’Europa, che chiude positiva ma all’insegna della prudenza. Il moderato rialzo di Wall Street all’apertura non dà particolari scossoni alle contrattazioni nel vecchio continente, in avvio debole complici i dati macro negativi riguardanti la produzione industriale,-0,5% su base mensile e -0,4% a livello annuale, quest’ultimo peggiore delle attese degli analisti, che avevano stimato un +0,1%. Anche l’output di marzo è stato rivisto al ribasso: da -0,3%a -0,4% mese su mese e da -0,6% a -0,7% anno su anno.
Lieve variazione al ribasso per l’Euro / Dollaro alla chiusura dei mercati Ue (-0,15%), moderato rialzo per l’oro, che avanza a 1.338,9 dollari l’oncia. Pioggia di acquisti sul petrolio, dove pesano le tensioni internazionali e l’attacco alle due petroliere (una norvegese, l’altra giapponese) nel golfo dell’Oman con l’Iran indicato come possibile responsabile, scende lo spread dopo aver raggiunto i massimi della settimana, 2,37% il rendimento dei BTP a 10 anni, continua a trattare ai minimi storici il bund decennali tedesco.
EQUITY
Dax a 12.169 punti (+0,44%)
Bilancio positivo per Francoforte, nonostante la brusca frenata dei prezzi in Germania: inflazione a maggio 1,4%, con un aumento congiunturale dello 0,2%, ma in netto calo rispetto al 2% di aprile.
Ftse Mib a 20.630 (+0,82%)
Maglia rosa per Piazza Affari, che accelera nel pomeriggio staccando gli altri listini. Stabile il tasso di disoccupazione trimestrale, in discesa i tassi dei buoni del tesoro messi all’asta oggi, per un totale di 6,5 miliardi di euro emessi dal Tesoro.
Cac40 a 5.345 punti (+0,01%)
Parigi è stabile, priva di spunti macroeconomici significativi in attesa dell’inflazione che verrà pubblicata domani. Sempre sotto i riflettori il titolo Renault +1,13%, dopo che l’ad Senard ha riaperto le ipotesi di una fusione con Fca, puntando il dito contro il governo francese, che prima ha spinto nella direzione dell’azienda italoamericana, poi ha fissato i paletti che hanno fermato l’operazione.
Ibex a 9.347 (+0,08%)
Piatta la piazza d Madrid, anch’essa priva di dati macroeconomici di rilievo. Prosegue la lateralità avviata a maggio, all’impulso rialzista del 3 giugno (minimo da febbraio) ne ha risposto uno ribassista dell’11 giugno, massimo dal 20 maggio.
VALUTE
Come detto, lieve ribasso per l’Euro/Dollaro, con la moneta unica che chiude sopra quota 1,12 in attesa delle prossime mosse della Federal Reserve.
Euro/Dollaro 1,12 (-0,07%). Euro/Sterlina 0,8896 (+0,01%). Euro/Franco Svizzero 1,121 (-0,16%).
COMMODITY
Dopo il rosso di ieri torna a salire il petrolio, complici soprattutto le tensioni nel golfo dell’Oman, dove due petroliere sono state colpite da un siluro nell’ultimo giorno di visita del premier giapponese Shinzo Abe in Iran, nel tentativo di ricucire i rapporti dopo le sanzioni americane. Brent a 61,80 dollari per barile.
Cresce il prezzo dell’oro, come spesso accade quando si registrano guadagni moderati nei mercati internazionali: seconda seduta di fila all’insegna del rialzo con tanto di lateralità compresa tra i 1.328 e i 1.340 dollari l’oncia. Attesi nuovi massimi dopo i 1.348 del 7 giugno scorso (record da aprile 2018).
Anche il rame tratta in lateralità da inizio di giugno ma ai minimi da gennaio, a quota 2,65 dollari per libbra.
TASSI D’INTERESSE
Con lo spread a 261, tutto lascia pensare a uno stato di attesa verso il 9 luglio, quando la Commissione deciderà per la procedura d’infrazione sull’Italia. Molto dipenderà dalla volontà del vicepremier Salvini se accettare o meno la mano tesa dall’Ue, che significa nessuna misura restrittiva ma subito una minimanovra per far rientrare i conti. Decennale italiano a 2,37% in ribasso, mentre il bund continua a viaggiare ai minimi storici, in area -0,240%.