Grayscale Investments continua la sua battaglia con la Securities and Exchange Commission per cercare l’approvazione per la conversione del suo Grayscale Bitcoin Trust in ETF, dopo numerosi tentativi andati a vuoto. L’azienda però ha dichiarato che, se alla fine non dovesse riuscire nell’intento, potrebbe esplorare una strada diversa: un’offerta pubblica di acquisto fino al 20% delle azioni in circolazione del fondo da 10,7 miliardi di dollari. Lo ha rivelato Micheal Sonnenshein, capo esecutivo del trust, in una lettera agli investitori. Agli azionisti quindi verrebbe lanciato un appello di vendere le loro azioni a un determinato prezzo entro un certo periodo di tempo.
Questo per gli investitori potrebbe essere un vantaggio, dal momento che le loro azioni non possono essere riscattate, ma vendute sul mercato a forte sconto rispetto al net asset value. Inoltre, alcuni azionisti come DCG, Genesis e altre entità affiliate che possiedono collettivamente quasi il 10% delle azioni totali in circolazione di Grayscale, sono autorizzate a vendere solo fino all’1% delle azioni totali in circolazione nei mercati pubblici ogni tre mesi, ai sensi della regola 144 del Securities Exchange Act del 1933.
Rispetto al prezzo del Bitcoin, il fondo Grayscale ha un valore che sconta circa la metà del prezzo della criptovaluta e tale differenza si è ampliata nel corso del 2022 con il crollo del mercato crittografico. Tra l’altro, ogni anno per gli azionisti pesa una commissione del 2% sul valore della loro partecipazione.
Grayscale Bitcoin Trust: l’OPA è davvero l’ultima spiaggia per gli azionisti?
Per cercare di ridurre le perdite per gli azionisti, Grayscale ha tentato in tutti i modi di convincere la SEC a convertire il fondo in ETF. Ma l’autorità di Borsa americana è rimasta finora sempre ferma sulle sue posizioni: le criptovalute non sono regolamentate e quindi, per evitare frodi e manipolazioni di prezzo, saranno ammessi solo ETF su future Bitcoin e non sul prezzo spot. Questo ha scatenato le proteste del trust, che ha citato in giudizio la SEC nel mese di giugno in una causa legale che è ancora in corso. Secondo il fondo, gli ETF sui futures non fanno l’interesse degli investitori, perché oltre a non dare alternative, producono uno svantaggio determinato dal rollover alla scadenza, cosa che non si avrebbe con i prodotti spot.
L’opzione OPA era stata caldeggiata lo scorso anno da Marlton LLC, hedge fund focalizzato sui fondi chiusi, secondo cui l’operazione potrebbe eliminare, o quantomeno restringere, lo sconto di Grayscale Trust rispetto al prezzo di Bitcoin. Allora Grayscale rispose che questa alternativa avrebbe potuto essere messa in pratica dopo il pronunciamento della SEC e l’approvazione degli azionisti.
Ora, sembra che le condizioni stiano maturando perché ciò avvenga e inoltre la società ha riferito che potrebbe considerare anche ulteriori offerte nel caso in cui il primo tentativo di questo tipo sarà un successo. Nel caso in cui Grayscale non sarà in grado di restituire il capitale agli azionisti con un’OPA, Sonneshein ha affermato che a quel punto la società continuerà a gestire il trust senza un programma di rimborso fino a quando non riuscirà prima o poi a convertirlo in un ETF Bitcoin spot.