Gli investimenti ESG sono un tema molto caldo, che sembra destinato a quadruplicare entro il 2030. Il mercato dei titoli legato agli Enviromental, Social and Corporate Governance ha avuto una crescita eccezionale negli ultimi anni e nel 2021 appena terminato ha confermato il trend positivo. L’emissione di obbligazioni sostenibili ha oltrepassato i 1.500 miliardi di dollari, tra cui vanno inclusi i green bond per più di 500 miliardi di dollari; gli ETF ESG hanno fatto confluire denaro pari a 130 miliardi di dollari, quasi il doppio rispetto al 2020; mentre gli investimenti in società tecnologicamente orientate al clima sono stati di circa 50 miliardi di dollari.
Numeri portentosi, difficilmente immaginabili fino a qualche anno fa dove certi temi come quello sociale e del cambiamento climatico venivano visti a una certa distanza. Tutto ciò ha comportato anche un incremento esorbitante delle commissioni dei gestori di fondi ESG, con un fatturato complessivo che è passato da 1,1 miliardi di dollari nel 2020 a 1,8 miliardi di dollari nel 2021.
Investimenti ESG: come sarà il 2022?
Per il 2022 il mercato dei bond ESG si preannuncia essere ancora molto forte secondo gli analisti. Morgan Stanley stima ad esempio che l’emissione di obbligazioni verdi arriverà alle soglie dei 1.000 miliardi di dollari, grazie soprattutto al grande apporto dell’Europa. Bank of America, che è il più grande emittente di obbligazioni ESG, prevede un 2022 stellare grazie allo slancio della transizione globale zero emissioni e la forte domanda degli investitori.
Tutto quanto di buono è successo nel mercato obbligazionario non si è replicato in quello azionario. L’indice S&P Global Clean Energy ha avuto una perdita quest’anno ben superiore al 20%, dopo che nel 2020 aveva raddoppiato il proprio valore. Questo nonostante il maxi-piano infrastrutturale degli Stati Uniti da 2.000 miliardi di dollari abbia costituito un catalizzatore molto forte, così come i requisiti di tassonomia imposti dall’Unione Europea.
Probabilmente avranno inciso in maniera determinate le preoccupazioni sull’aumento dei tassi d’interesse delle Banche Centrali per via della crescita forsennata dell’inflazione, nonché alcune mosse della politica statunitense, tipo la decisione dello Stato della California di ridurre i sussidi e aggiungere commissioni per gli utenti dei pannelli solari. Negli ultimi giorni si è aggiunto anche il no al voto per l’approvazione del Build Better Back da parte del senatore democratico Joe Manchin, che ha bloccato quelle riforme che avrebbero rilanciato il settore della green economy.
Nel 2022 sussistono ancora delle incertezze legate al mercato azionario in generale che si potrebbero manifestare per effetto domino su ogni settore, come quelle che riguardano la variante Omicron del Covid-19. Ma vi sono anche degli elementi specifici che possono frenarne una ripresa del trend innescato negli anni passati, come le titubanze politiche sulla lotta effettiva al cambiamento climatico a livello globale.