Investimenti: le regole per vincere l'imprevedibilità dei mercati - Borsa&Finanza

Investimenti: le regole per vincere l’imprevedibilità dei mercati

Un uomo davanti alla scelta tra due sentieri

Imprevedibili nel loro evolversi nel tempo, i mercati finanziari sembrano sfuggire ad aspettative razionali di causa-effetto, così come a previsioni formulate sull’osservazione dei dati macroeconomici. Non solo. Tali aspettative, anche se razionalmente fondate, possono provocare effetti distorsivi sui mercati, contribuendo alla formazione di bolle speculative che possono destabilizzare il sistema di equilibrio dei prezzi. Il tema merita un’analisi approfondita, partendo da alcuni esempi, per gli effetti che ha sugli investimenti.

 

Le montagne russe dell’energia

Un anno fa la Russia invadeva l’Ucraina. Il rialzo dei prezzi delle materie prime diviene la prima conseguenza finanziaria della guerra. La contrazione dell’offerta spinge in alto le quotazioni del Brent, il cui corso sale da 94 dollari prima dell’invasione a 130 nei primi giorni di marzo 2022. Una conseguenza che appare, oggi, certamente prevedibile e inevitabile.

Ma cosa è accaduto nei mesi immediatamente successivi? Già durante l’estate dello stesso anno, mentre il conflitto attraversava il suo momento più cruento e la tensione geopolitica andava esasperando, il valore del Brent scivolava inaspettatamente ai valori ante guerra. Tale quotazione oscilla, ancora oggi, attorno agli 80 dollari. Un bel -35% dal suo picco massimo. Una contrazione rilevante per chi avesse accumulato posizioni lunghe su tale asset, confidando che il prezzo sarebbe rimasto elevato fino alla risoluzione del conflitto.

Lo stesso vale per il prezzo del gas. L’impennata dei corsi dei future è stata seguita da una pronunciata discesa che appena un anno dopo vale un -80% per chi avesse ancora posizioni aperte in portafoglio. Il prezzo del gas, infatti, ha iniziato a scendere ancor prima che la crisi energetica fosse conclusa, addirittura in maniera sempre più precipitosa. Al contrario, sfidando ogni rigore logico, i titoli dei settori più esposti all’aumento dei costi alla produzione, come industriali e materiali di base, dopo una contrazione iniziale viaggiano oggi in territorio positivo, con una performance a un anno superiore a quella dell’indice azionario globale.

 

Gli investimenti sono aleatori

I mercati finanziari hanno un andamento aleatorio, impossibile da prevedere e da interpretare con i soli rapporti di causalità. Siamo noi investitori che spesso vediamo causa-effetto la dove non c’è, e costruiamo narrazioni collettive, capaci di diventare anche contagiose e virali, a supporto di tali argomentazioni. Siamo sempre noi investitori che attribuiamo un risultato favorevole a eventi che in realtà, nel migliore dei casi, sono solo accessori al risultato finale, mentre attribuiamo i fallimenti a fattori incontrollabili come l’innalzamento dei tassi di interesse, l’inflazione fuori controllo e le incertezze del quadro macroeconomico.

Ma andiamo avanti con gli esempi. Il 2021 è stato l’anno del boom dei titoli growth. I portafogli degli investitori si sono gonfiati di duration e di big tech. Pandemia Covid e lockdown sembravano aver messo il booster all’ascesa inarrestabile delle quotate tecnologiche in borsa. Il mondo post pandemia, del resto, non sarebbe più stato lo stesso: robotica, intelligenza artificiale, machine learning, smart city e metaverso avrebbero dovuto pervadere ogni settore economico, stravolgendo il modo di vivere e lavorare, e trasformando anche le interazioni tra gli individui. Una conseguenza che appariva tanto logicamente lineare quanto ineludibile.

Una narrazione che è divenuta, in breve, un’attrazione irresistibile per gli investitori. E invece l’indice NYSE Fang, dopo aver raggiunto l’apice a novembre 2021 è sceso del 50% appena un anno dopo. Una vera débacle. Nel momento in cui gli investitori si sono accorti di tali settori il mercato li aveva preceduti, spingendo le valutazioni a livelli vertiginosi. Se confrontiamo i flussi di denaro in entrata con i rendimenti dei fondi tematici tecnologici, si osserva come i maggiori investimenti siano avvenuti proprio in prossimità dei massimi di mercato.

 

Come evitare errori di allocazione

Se andiamo ancora più indietro nel tempo, il 2020 anno è stato l’anno della Cina che, dopo aver contenuto la diffusione della pandemia nella sua fase iniziale e fatto ripartire per prima l’economia, appariva in una posizione di vantaggio rispetto agli altri paesi a livello globale. Nel 2020 l’indice azionario cinese ha registrato, infatti, un +28%. Ma quale è stato il rendimento appena un anno dopo? -22%. E nel 2022? ancora un altro -22%.

Attenzione, quindi. Occorre evitare l’errore di un’allocazione di portafoglio che corrisponda per noi a criteri di ragionevolezza date determinate circostanze, che coincida con uno schema di causa effetto che, in realtà è solo nella nostra testa. Prima ci accorgiamo di questo, e prima possiamo correggere i nostri errori. Il motivo per cui cerchiamo di dare un senso logico ai nostri investimenti è quello di riprendere il controllo di una situazione incerta e turbolenta. Alla nostra intelligenza emotiva serve un’àncora per navigare nel mare incerto dei marcati.

 

Investimenti: lasciar lavorare il tempo

In questo momento la componente obbligazionaria dei portafogli è in caduta libera. Difficile immaginare cosa potrebbe innescare, oggi, un recupero. Si tratta di aspettative adattive, il nostro cervello funziona così. Proiettiamo ciò che è accaduto nel recentissimo passato anche nel futuro. Se le obbligazioni scendono, scenderanno anche in futuro, e siamo capaci di trovare mille argomenti sul perché dovrebbero continuare a farlo. Ma siamo sicuri che sarà proprio così?

Che fare, quindi? Scegliere un’allocazione degli investimenti efficace al raggiungimento dei propri obiettivi di pianificazione finanziaria. Stabilire delle regole ex ante su come ribilanciare il portafoglio, e attenersi con disciplina al protocollo scelto. Se le variazioni di mercato dovessero generare un significativo disallineamento rispetto all’asset allocation iniziale, superiore al 5%, procedere con il ripristino dei pesi iniziali. Evitare ogni tentativo di market timing, e lasciar lavorare il tempo. Tutto questo comporterà un miglior rendimento di lungo termine corretto per il rischio. Buon investimento.

AUTORE

Lorenzo Tacconi

Lorenzo Tacconi

Laureato in Storia Contemporanea presso l'Università degli Studi di Firenze, ha successivamente conseguito un Master in Risorse Umane presso l’ateneo di Padova. Dal 2016 lavora in Banca Popolare Etica presso l’ufficio Patrimoni Responsabili dove si occupa di accompagnare clienti privati e istituzionali nella gestione della liquidità e nell'individuazione di soluzioni di investimento.

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