Istat, disoccupazione ai minimi dal 2012 ma non c'è crescita

ISTAT, GIU’ LA DISOCCUPAZIONE MA CRESCITA ZERO

disoccupazione

Pil 0% sia su base trimestrale che su base annuale. Frena l’inflazione, stabili gli occupati

Disoccupazione in calo. Rallenta l’inflazione. Crescita zero. La fotografia dell’economia italiana è questa, alla luce dei dati, provvisori, pubblicati in mattinata dall’Istat. “Nel secondo trimestre del 2019 si stima che il prodotto interno lordo, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, sia rimasto stazionario sia rispetto al trimestre precedente, sia nei confronti del secondo trimestre del 2018”. Dunque, 0% per il Pil italiano, un dato che pur sorprendendo le attese degli analisti, che avevano fissato un valore di -0,2% su base annuale e -0,1% su base trimestrale, rimane comunque un chiaro segnale di debolezza, soprattutto se affiancato alla frenata, seppur lieve, del prezzo dei beni al consumo.

Continua dunque la fase di sostanziale stagnazione dell’economia italiana, che prosegue dal secondo trimestre dello scorso anno, dopo il lievissimo calo registrato nella seconda metà del 2018 e l’altrettanto marginale recupero del primo trimestre. Continua il Centro di Ricerca:  “La variazione congiunturale è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto sia nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, sia in quello dell’industria e di un aumento in quello dei servizi. Dal lato della domanda, al Pil vi è un contributo nullo sia della componente nazionale (al lordo delle scorte), sia della componente estera netta”.



SERIE STORICA
Dal 1960 al 2019 la media trimestrale del tasso di crescita del Pil in Italia è dello 0,59%. Il massimo storico risale ai primi tre mesi del 1970: +6%. Il record negativo risale invece al primo trimestre 2009: -2,7%. Su base annuale invece la media è del 2,39%. Il quarto trimestre del 1961 segnò il massimo di sempre, a +10,3%. I primi tre mesi del 2009 hanno invece segnato il minimo storico: -7,2%.

INFLAZIONE AI MINIMI DA APRILE 2018
Come detto, i dati preliminari dell’inflazione annuale in Italia prevedono un rallentamento a luglio dello 0,5%. Il valore è in linea con le attese, ma inferiore allo 0,7% di giugno. Si tratta del tasso di inflazione più basso da aprile 2018, in decelerazione per la terza volta consecutiva. Una frenata determinata quasi esclusivamente all’inversione di tendenza dei prezzi dei beni energetici regolamentati (da +4,3% di giugno a -3,1%), bilanciata solo marginalmente dall’accelerazione dei prezzi dei beni alimentari non lavorati (da +0,7% a +1,6%) e di quelli dei servizi relativi ai trasporti (da +1,5% a +1,8%). E’ importante notare come il tasso annuo del carrello della spesa, che sale allo 0,8%, dallo 0,2% del mese scorso, abbia superato il proprio paniere di riferimento, l’inflazione appunto, monitorata attentamente dalla Bce che sta cercando di portare l’indice dei prezzi al consumo dell’Eurozona vicino al 2%, nel medio periodo. Affiancato all’inflazione nell’area euro, a luglio valutata 1,1% dai dati preliminari di Eurostat, potrebbe essere uno dei fattori in grado di convincere la Banca Centrale a ridurre i tassi di interesse a settembre, in attesa della Fed, la cui decisione è prevista questa sera.

SERIE STORICA
Dal 1962 al 2019, il tasso di inflazione in Italia è stato in media del 5,98%. Il massimo storico è pari a +25,64%, novembre 1974. Il record negativo è -0,6%, gennaio 2015.

DISOCCUPAZIONE IN CALO
La stima degli occupati rimane stabile, con il tasso che cresce dello 0,1% portndosi al 59,2%. Una sintesi tra la l’aumento per le donne (+15 mila) e una diminuzione tra gli uomini (-21 mila); per età sono in crescita i 15-24enni (+10 mila) e i 35-49enni (+5 mila), in calo i 25-34enni (-4 mila) e gli ultracinquantenni (-18 mila). Nella tipologia dei contratti, crescono i dipendenti, sia permanenti sia a termine (+52 mila nel complesso) e in discesa gli indipendenti (-58 mila). Cala, come anticipato il tasso di disoccupazione, al 9,7% a luglio, rispetto al 9,8% di giugno sorprendendo gli analisti che si aspettavano un aumento del 10%.

OCCUPAZIONE SU ANCHE ANNO SU ANNO
Anche su base annua l’occupazione risulta in crescita (+0,5%, pari a +115 mila unità). L’espansione riguarda entrambe le componenti di genere, i 15-24enni (+46 mila) e soprattutto gli ultracinquantenni (+292 mila) mentre risultano in calo le fasce di età centrali. Al netto della componente demografica la variazione è positiva per tutte le classi di età. La crescita nell’anno si distribuisce tra dipendenti permanenti (+177 mila) e a termine (+14 mila) mentre sono in calo gli indipendenti (-76 mila). Nei dodici mesi, la crescita degli occupati si accompagna a un forte calo dei disoccupati (-10,2%, pari a -288 mila unità) e a un aumento degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+0,2%, pari a 23 mila).

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