In calo fiducia e produzione industriale, in buona crescita l’occupazione
“Episodici”. Così l’Istat descrive i segnali di ripresa dell’economia internazionale. Nel complesso, secondo l’istituto di ricerca i dati segnalano tendenze meno positive rispetto alle attese. E questo vale sia nei paesi emergenti sia in quelli avanzati.
POSSIBILI FRENATE NEL II SEMESTRE
Il bollettino mensile di giugno dell’Istat insomma invita alla prudenza. Anche in virtù delle previsioni che riguardano l’area euro: in questo senso, indicano un possibile rallentamento, per quanto concerne il secondo semestre del 2019.
GIU’ LA PRODUZIONE, SU L’OCCUPAZIONE
Contrastati i dati che arrivano dall’Italia. Secondo l’istituto, da una parte è caratterizzata dal proseguimento della fase di debolezza dei ritmi produttivi. Dall’altra sono però evidenti miglioramenti sul mercato del lavoro e del potere di acquisto delle famiglie. Nel dettaglio, la produzione industriale ha subito una diminuzione ad aprile, per il secondo mese consecutivo, interrompendo la tendenza positiva evidenziata nei primi mesi dell’anno. A conferma della caratteristica “episodica” dei segnali di ripresa dell’economia, italiana, ma anche globale.
LAVORO: UNGHERIA E POLONIA MEGLIO DELL’ITALIA
Come detto, a maggio, in controtendenza, l’aumento del numero di occupati ha registrato un forte incremento, raggiungendo il dato più alto dal 1977 (+59%), con l’aggiunta della forte riduzione del tasso di disoccupazione, per la prima volta sotto il 10% dal 2012. Dati sicuramente confortanti, anche se, va ricordato, per quanto concerne l’occupazione l’Italia resta uno dei paesi dell’Unione Europea con la percentuale più bassa, inferiore a nazioni come Ungheria, Bulgaria o Polonia.
DEBOLE ANCHE LA FIDUCIA
L’inflazione italiana, prosegue l’Istat, si mantiene su tassi moderati e inferiori a quelli dell’Eurozona. L’indice del clima di fiducia dei consumatori, a giugno, mostra infine una diminuzione significativa diffusa a tutte le sue componenti, e anche la fiducia delle imprese registra un peggioramento. L’indicatore anticipatore conferma uno scenario a breve termine caratterizzato dalla debolezza dei livelli produttivi.